Il racconto su Taranto parla troppo dell’ILVA e poco delle meraviglie di questa grande città del Sud. Già capitale della Magna Grecia, fondata dagli spartani, Taranto porta nel grembo la storia del Mediterraneo e dell’Italia.
Le tracce di questa storia lunga ormai 3.000 anni si incontrano soprattutto nella Citta Vecchia, un’isola in legata alla terraferma da due ponti, uno dei quali è il famoso Ponte Girevole. Il ponte difende l’accesso al Mar Piccolo, lo specchio d’acqua davanti a Taranto che insieme allo Ionio ha dato a Taranto il titolo di “Città dei due mari”.
Nella Città Vecchia si incontra subito il Castello Aragonese, simbolo di Taranto, e subito dopo il tempio di Poseidone, il cui figlio, Taros, è considerato fondatore della città pugliese.
Da qui si entra nel cuore della Città Vecchia, un complicato intrigo di case decadenti, vicoli bui o con vista sul mare, palazzi sontuosi e ipogei sotterranei. Un alternarsi di sentimenti contrastanti: da un lato resiste nel tempo una bellezza antica, dall’altro si fa strada l’idea di un’occasione sprecata per Taranto e i suoi abitanti.
Da non perdere una visita agli ipogei che qui sono presenti sotto ogni palazzo e mezza giornata al MArTA, il Museo Archeologico Nazionale scrigno di tesori. Tra le chiese, il “Cappellone” di San Cataldo con la sua sontuosità barocca è una tappa imperdibile. Un giro panoramico intorno alla marina e poi per la “Ringhiera” è d’obbligo per godersi la vista sul Mar Piccolo e le Isole Cheradi.
Quello che vi proponiamo è un itinerario che richiede 3 giorni, ma per chi ha poco tempo, si può anche completare in 1 o 2 giorni. C’è tanto da vedere a Taranto, quindi se resta ancora un po’ di tempo i dintorni sono ricchi di borghi, natura ma soprattutto spiagge, mare cristallino e sabbia bianca. Poi si mangia meravigliosamente bene, quindi merita di essere scoperta al più presto.
Iniziate a scoprire con questa guida le 10 cose da fare e vedere assolutamente a Taranto durante una vacanza o un week end.
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Il MArTA Museo Archeologico Nazionale
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Non è un caso che la nostra visita a Taranto parta proprio dal MArTA, il Museo Archeologico Nazionale di Taranto. Più di 200.000 reperti, dalla Preistoria al Medioevo raccontano non solo di Taranto e dintorni ma la storia dell’Italia intera. Ogni sezione ha i suoi capolavori. Se seguiamo un ordine cronologico, le emozioni iniziano con le Veneri di Parabita, due statuette di 20.000 anni fa che ci raccontano di quando l’uomo ha iniziato a produrre “arte”.
Taranto fu l’unica colonia spartana in Magna Grecia ed ebbe frequenti contatti con Micene e gli altri empori greci: di quel periodo restano migliaia di reperti artistici e di uso quotidiani, ma lo scettro spetta alla meravigliosa Testa di Donna, il simbolo del museo.
Ha dei tratti molto belli e l’acconciatura colorata impreziosita da un diadema, tipico nel mondo greco. Fra le teste, da non perdere anche quella di Eracle e di un giovane Cesare Augusto.
Uno spazio speciale hanno i cosiddetti “Ori di Taranto“, preziose opere orafe (orecchini, bracciali, anelli, collane) trovate nelle tombe emerse nei secoli nella città.
Singolare uno schiaccianoci formato da due mani, un’opera misteriosa che aveva sicuramente una funzione pratica ma anche simbolica e rituale.
Il piccolo “Zeus di Ugento“, ritrovato durante i lavori a una casa, è una statuetta meravigliosa che ritrae il dio greco ed è considerato un capolavoro della bronzistica tardo-arcaica. Il MArTA permette un viaggio davvero meraviglioso in 2.000 anni di Taranto, dalla fondazione al tardo medioevo.
Orari di apertura e costo del biglietto per il MArTA
Indirizzo:
Via Cavour 10, nei pressi di Piazza Garibaldi.
Orari di apertura
Tutti i giorni dalle 8.30 alle 19.30
Chiuso 1 gennaio e 25 dicembre.
Costo del biglietto
9 € singolo.
Il Castello Aragonese e il Ponte girevole
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Il Castello Aragonese è il simbolo di Taranto. La sua sagoma imponente, posta a protezione del Mar Piccolo, da secoli veglia sulla città difendendola dagli attacchi. In realtà si trova su un’isola su cui fu costruito il borgo antico di Taranto ed è collegato al borgo nuovo dal ponte girevole e dal ponte di Porta nuova. Il castello, così come lo vediamo oggi, è il risultato della ricostruzione voluta nel 1486 da Ferdinando I di Napoli che incaricò l’architetto e ingegnere militare Francesco di Giorgio Martini. Fino a quel momento, il castello era formato da torri alte e snelle, usate per lanciare sugli invasori oggetti e olio bollente.
Con l’invenzione della polvere da sparo e dei cannoni, servivano torri più basse e grosse, da qui la ristrutturazione. Infatti, come ricorda l’iscrizione sulla porta, “Re Ferdinando aragonese, figlio del divino Alfonso e nipote del divino Ferdinando, rifece in forma più ampia e più solida questo castello cadente per vecchiaia, perché potesse sostenere l’impeto dei proiettili che è sopportato col massimo vigore – 1492.“.
Le nuove torri furono quattro (san Cristofalo, san Lorenzo, Bandiera e Vergine Annunziata) a cui nel 1491 fu aggiunto il rivellino che si vede tra la torre della Bandiera e quella di San Cristofalo).
In realtà le torri erano sette, ma tre furono abbattute nel 1887 per fare posto al canale navigabile e al ponte girevole. Da quel momento, dopo secoli in cui era stato usato anche come prigione, il Castello è gestito dalla Marina Militare.
I lavori di ristrutturazione iniziati nel 2005 stanno riportando alla luce gli interni originali: da non perdere la visita alla Cappella rinascimentale di San Leonardo, alla Cripta e alla scalinata di discesa a mare del 1800. Da notare il foro nella volta della “sala delle torture”, realizzato per far propagare le urla dei torturati in tutto il castello come minaccia per gli altri prigionieri.
Se siete fortunati, potrete ammirare in attività il ponte di San Francesco, meglio conosciuto come ponte girevole. Dall’esterno sembra un normale ponte in ferro ma può aprirsi per lasciare passare le navi più grandi che devono accedere al Mar Piccolo.
Orari di apertura e costo del biglietto per il Castello Aragonese
Orari di apertura:
Tutti i giorni.
Il Castello si visita a turni che partono ogni ora circa con una visita guidata gratuita.
Ingresso gratuito
Informazioni allo 0997753438
La Cattedrale di San Cataldo
3La principale chiesa di Taranto è dedicata al patrono San Cataldo, di cui conserva le spoglie. È la cattedrale più antica della Puglia e si trova nel cuore della città vecchia, in Piazza Duomo.
La semplicità della facciata non fa prefigurare lo sfarzo di marmi, stucchi e statue dell’interno. Lunga quasi 90 metri, la cattedrale è a 3 navate divise da sedici colonne con capitelli tutte diverse tra loro perché costruite con materiali provenienti da altri edifici antichi.
Nella navata centrale c’è un pregevole soffitto a cassettoni mentre nel pavimento sono ancora visibili pezzi di mosaico del 1160 circa che riprendono il tema del Volo di Alessandro Magno.
Il luogo più bello della cattedrale la Cappella del Santissimo Sacramento, della prima metà del 1600. L’interno presenta un altare in marmo del 1775 arricchito da sculture di Giuseppe Sammartino, autore del Cristo velato nella Cappella Sansevero a Napoli.
Il luogo di devozione più amato dai tarantini nonché trionfo del barocco è la Cappella di San Cataldo, detto Cappellone. Costruita a partire dal 1151 per ospitare il corpo del santo, fu solo nel 1658 che prese l’aspetto che conosciamo oggi.
Nel vestibolo di accesso ci sono due statue sempre di Giuseppe Sammartino (San Giovanni Gualberto e San Giuseppe con il Bambino). Fulcro della cappella è l’altare maggiore, decorato con lapislazzuli e madreperla in cui è conservato il corpo del Santo. Singolari le due statue ai lati della nicchia principale (San Giovanni Battista e San Pietro) in realtà due statue greche o romane.
Orari di apertura e costo del biglietto per la Cattedrale di San Cataldo
Orari di apertura
Tutti i giorni dalle 08.30 alle 12.45 e dalle 16.30 alle 19.30; domenica e festivi dalle 08.30 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 19.30.
L’accesso al Cappellone avviene può avvenire anche da via Duomo 134, anche durante le celebrazioni religiose.
Costo del biglietto
Ingresso gratuito.
La Città Vecchia di Taranto
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La Città Vecchia di Taranto (o Borgo) non gode di buona reputazione, lo diciamo subito. Le facciate dei palazzi decadenti, i vicoli stretti e bui dove non arriva il sole e qualche episodio di micro-criminalità di troppo contribuiscono all’atmosfera un po’ cupa di questa parte della città pugliese. In realtà, su quest’isola è nata Taranto più di 2700 anni fa e la storia è ancora perfettamente visibile negli ipogei, i palazzi nobiliari, le facciate delle chiese.
Insomma, è un luogo che ha sofferto decenni di abbandono ma è in veloce recupero. Uno dei luoghi storici d’Italia dove il turismo di massa non ha ancora fatto danni. Il modo migliore per scoprire Taranto vecchia è partire dalla “Ringhiera“, in realtà Corso Vittorio Emanuele II, una strada che costeggia il mare e regala scorci meravigliosi sulle Isole Cheradi e il Mar Ionio. Qui potrete notare delle “Sirene” sugli scogli che rappresentano Skuma, la più bella delle tarantine e raccontano una leggenda un po’ complicato di amore e morte!
Chi accede dal ponte girevole troverà subito il Castello Aragonese e subito accanto il Palazzo di Città con le 3 colonne del Tempio di Poseidone. Queste sono le colonne doriche più antiche della Magna Grecia, un tempio costruito prima di quelli di Paestum e Siracusa.
Da lì si può proseguire per la “Ringhiera” incrociando Palazzo Ayala oppure prendere via Duomo. Qui passato e presente si incrociano: pub e vecchi negozi, il Convento di San Francesco e la street art. Via Duomo porta inevitabilmente al Duomo di San Cataldo, ma sono tante le chiese della città vecchia non visitabili.
Uno scorcio di Taranto vecchia che non è molto cambiato è quello di via Cariati, il lungomare sul lato opposto della città vecchia.
Qui i pescatori puliscono le reti al ritorno dalla pesca e i numerosi ristoranti lo cucinano per tarantini e turisti. Prima di lasciare il Borgo vi consigliamo di bussare al portone di Via Cavour 51 e chiedere di vedere la Cappella Gotica, una piccola chiesa gioiello nascosta all’interno del cortile di un palazzo (tel. 3299335184)
Da qui si può prendere il Ponte di Pietra che permette di lasciare la città vecchia, portandosi dietro un misto di nostalgia e rimpianto.
Taranto Sotterranea
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Il sottosuolo della città vecchia di Taranto è ricco di ipogei, grotte scavate nei millenni per estrarre materiale, creare luoghi di culto o di difesa, frantoi e tombe. Una città nella città, come accade anche per Napoli, ancora in gran parte da scoprire. In questo itinerario vi proponiamo gli ipogei più belli e interessanti. Partiamo dall’Ipogeo di Palazzo de Beaumont – Bellacicco (prenotazione al 330438646) che si trova lungo la “Ringhiera”.
Quattro sale per circa 800 metri quadrati interamente recuperate che oggi ospitano l’unico museo dedicato agli spartani, fondatori di Taranto.
Si trova 5 metri sotto il livello del mare ed è l’unico in tutta Taranto a permettere di ammirare le varie stratificazioni storiche, dagli spartani alla costruzione del palazzo nel 1700.
Sotto il Palazzo Delli Ponti (largo Gennarini) sono state ritrovate 8 tombe ed uno dei più curati, anche come allestimento delle luci.
Gli ipogei hanno svolto nei secoli anche funzioni pratiche, quindi ecco gli ipogei adibiti a frantoio, fornace o deposito di carbone. Gran parte di questi sono visitabili in Via Cava, strada che soprattutto in epoca bizantina ospitava botteghe artigiane di vario tipo, ognuna delle quali con un ipogeo. Se amate visitare gli ipogei, su questa strada e in quelle intorno c’è di che passare qualche giorno a visitarli!
Orari di apertura e costo del biglietto per gli ipogei di Taranto
Molti ipogei sono chiusi, in ristrutturazione, abbandonati o di proprietà di privati. Quelli indicati in precedenza sono tutti visitabili soprattutto grazie al lavoro di associazioni come Nobilissima Taranto (3274557909) o Filonide Taranto (330438646).
Le Isole Cheradi
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Lo sanno in pochi, ma Taranto ha 3 isolotti: San Paolo, San Pietro e San Nicolicchio, oramai scomparso. La storia di queste isole è leggendaria: i Greci chiamavano queste isole Elettridi perché dedicate a Elettra, la figlia del dio Poseidone e sorella di Taras, fondatore di Taranto.
Sempre secondo i greci, fu su queste isole che Dedalo, fuggendo da Creta, si riposò lasciando due statue. Nel Medioevo le isole diventarono luogo di culto con molte chiese di cui non resta nulla. Perfettamente visibile a San Paolo, il forte voluto da Napoleone Bonaparte. Con l’Unità d’Italia le isole diventarono di proprietà della Marina militare.
Oggi, infatti, si può visitare solo l’isola di San Pietro dove si dice sia sbarcato il primo Papa prima di andare a Roma. Quest’isolotto è una riserva con un’acqua cristallina e alle spalle una foresta di platani, lecci e querce.
In soli 40 minuti di navigazione dal porto di Taranto si arriva allo stabilimento della Marina Militare con bar e aree picnic dove passare una meravigliosa giornata nella natura: i fondali di San Pietro sono ricchi di Posidonie, spugne e stelle marine e non è raro avvistare i delfini durante la traversata.
Orari di apertura e costo del biglietto per l’Isola di San Pietro
Come arrivare
Con le motonavi gestite da Amat – Kyma con 6 partenze andata e ritorno al giorno. Si parte da Piazzale Democrate.
Costo del biglietto
11,50 euro a persona che comprende anche l’ingresso al lido della Marina Militare. I biglietti si comprano presso l’Ufficio Vendite Amat, (via D’Aquino n.21) o le rivendite autorizzate (anche in Vico del Ponte) vicino al punto di imbarco.
Le spiagge di Taranto
7Il mare di Taranto non è famoso come quello di altre zone della Puglia, soprattutto del basso Salento, a cui però non ha nulla da invidiare.
Acqua cristallina, fondali bassi, poca folla anche in agosto rendono la costa di Taranto e provincia ideale per chi ama il mare ma non lo stress. In direzione sud, a circa 20 km dal centro si incontra Marina di Pulsano e poi subito dopo Marina di Lizzano: qui lo scenario è molto simile, fatto di dune, mare turchese e sabbia bianca.
Ancora qualche chilometro e si arriva a Campomarino, macchia mediterranea e acqua magnifica: il posto giusto anche se si ama girare per botteghe di souvenir e localini.
Se avete visto qualche foto delle spiagge di Taranto, probabilmente ritraeva le dune di Campomarino!
Ancora più giù, prima di arrivare nel Salento Leccese e la folla di Punta Prosciutto, c’è San Pietro in Bevagna.
Per chi non ama molto spostarsi, a 30 minuti di motonave c’è l’Isola di San Pietro (vedi punto 6) o andando verso la Basilicata, Castellaneta Marina e Ginosa, spiagge più attrezzate (e affollate) per un turismo familiare.
I delfini del JDC
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Se volete passare qualche ora in compagnia dei delfini, rispettandoli e contribuendo alla ricerca scientifica, a Taranto c’è il JDC Jonian Dolphin Conservation, un’associazione che si occupa di tutela del mare e dei cetacei. Si parte dal Molo Sant’Eligio a Taranto nella Città Vecchia per un’escursione in catamarano di circa 6 ore.
Si naviga nel golfo di Taranto ammirando le coste di Puglia, Basilicata e Calabria. Nel 90% dei casi si avvistano i delfini che vivono in questo mare da migliaia di anni. A bordo si Il costo è di 40 Euro per gli adulti, 20 euro per i ragazzi dai 4 agli 11 anni. Gratis per i bambini dai 0 ai 3 anni. Di solito è servito un buffet ma per le restrizioni Covid-19 è necessario portarsi un pranzo al sacco. Le bibite sono già incluse nel prezzo.
Cosa mangiare a Taranto
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Partiamo dalle cozze, simbolo incontrastato della cucina tarantina: perché quelle di Taranto sono così famose? Perché sono allevate nel Mar Piccolo, dove le sorgenti di acqua dolce si incrociano con quelle del mare. Il risultato sono cozze molto delicate, meno salate e ideali per la preparazione di innumerevoli piatti.
Vediamoli! Riso patate e cozze, una variante della paella di Valencia, oppure un classico spaghetto con le cozze e altri frutti di mare, oppure un tubetto fagioli e cozze; ma i tarantini le cozze le gratinano, le riempiono, le fanno in “impepata” o alla “puppitegna”, solo con pomodoro, aglio e prezzemolo.
Se non siete amanti dei mitili, nessun problema, la cucina di Taranto offre innumerevoli alternative.
Tra i primi da provare le “chiancaredde”, orecchiette tarantine fatte in casa condite con pomodoro, basilico e pecorino.
Tra i secondi imperdibili le bombette di carne ripiene (prosciuto, formaggio, verdure) e un panzerotto tarantino, un calzone molto simile a quello della tradizione di Napoli e Lecce. Taranto vive di mare, quindi tra i secondi abbonda il pesce in zuppa, oppure in frittura, tra cui spicca il polipo, sovrano della cucina pugliese.
Tra i dolci, sa capitate a Taranto a Natale, ci sono le pettole di Santa Lucia (paste lievitate con zucchero). Tra i vini, questa è terra di Primitivo e Aleatico, anche se nelle sere d’estate qualcuno potrebbe preferire il bianco frizzante di Lizzano.
I dintorni di Taranto
10Se avete qualche giorno in più da spendere, nei dintorni di Taranto ci sono molte cose da fare e vedere.
Partiamo dalle b, un territorio che unisce la provincia di Taranto, Matera e Brindisi. Un territorio molto ampio formatosi milioni di anni fa e modellato dall’acqua e dal vento, dove oltre a una natura intatta e rigogliosa è possibile ammirare le grotte dove vivevano i nostri antenati.
Particolarmente spettacolare è la Gravina di Laterza e le chiese rupestri della Cantina Spagnola.
Fa parte del parco anche Grottaglie, la città delle ceramiche con un intero quartiere di artigiani dedicati alla produzione ed esposizione di opere d’arte conosciute in tutto il mondo.
Il borgo da alcuni anni ha avviato anche un’operazione di arte di strada con murales e dipinti sulle facciate delle case che abbelliscono ulteriormente l’ambiente.
Non molto distante c’è Martina Franca, un borgo di case bianche, vicoletti fioriti e barocco sontuoso. Qui siamo nella Valle D’Itria costellata di vigneti, ulivi e trulli.
Chi ama il vino non può perdersi un giro a Manduria, patria del Primitivo e anche di un bel Museo della civiltà del vino Primitivo, (tel. 099 973 5332) allestito in un ipogeo. A Manduria cercate il Calvario Monumentale o Presepe della Passione realizzato incollando pezzetti di palazzi di Manduria, ceramiche di Grottaglie e altri materiali.
Dove dormire a Taranto
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