Tre colli e tre monumenti che guardano il borgo di Brisighella e lo sorvegliano, benevoli, da secoli.
Questo è lo scenario che va incontro al viaggiatore che si avvicina a questo borgo emiliano-romagnolo a metà strada tra Ravenna e Firenze, considerato da sempre uno dei più belli d’Italia.
Qui il protagonista è il gesso, su cui poggia il borgo, i tre colli e tutta la valle circostante.
Lo ritroviamo nelle facciate delle case, nelle scale scolpite , nella struttura del borgo che si è adattata a questa antica attività , nei nomi delle vie, come la famosa Via degli Asini.
Brisighella è esempio di uno stile di vita rilassato e naturale che attira persone da tutto il mondo.
Ha una grande tradizione di ospitalità e una gastronomia invidiabile che rendono questo borgo una meta ideale per qualche giorno di vacanza, soprattutto dalla primavera all’autunno.
In giro per il Borgo di Brisighella
Il borgo è in leggera salita mentre i tre colli sono in ripidissima salita, quindi ogni tanto bisogna fermarsi un po’ per riprendere fiato.
Ma questo è un bene, perché permette di ammirare con calma e senza fretta gli angoli incantevoli:
le facciate color pastello dei palazzi, i balconi fioriti, le chiesette e gli stretti vicoli che si intrecciano a labirinto.
Da non perdere la Via degli Asini (vedi paragrafo) da cui inizia anche la salita verso la Torre dell’Orologio e la Rocca Manfrediana (vedi paragrafo successivo).
Accanto alla via c’è il Municipio di Brisighella costruito tra il 1824 e il 1828 in stile neoclassico palladiano.
Passeggiando per il borgo vi succederà di incrociare “la funtana di tri sbroff” (la fontana dei tre zampilli) la più antica fonte pubblica del paese.
Si trova vicino a Porta Fiorentina e dal 1490 è alimentata dall’acqua della vicina vena del gesso.
Il Duomo di Brisighella
È la Collegiata di San Michele Arcangelo, il Duomo di Brisighella, costruito nella seconda metà del XVII secolo. Ha una pianta a croce greca al suo interno, e conserva numerose opere d’arte. Da ammirare, una tavola quattrocentesca raffigurante la Madonna delle Grazie, una di S. Michele Arcangelo e una rappresentante l’Adorazione dei Magi.
Via del Borgo o degli Asini
La via più particolare, famosa e fotografata di Brisighella è Via del Borgo o degli Asini.
Caratteristico passaggio sopraelevato con archi che danno sulla sottostante strada, è un angolo medievale davvero suggestivo.
Non è sempre stata come la si vede adesso perché per molto tempo ha svolto la funzione di camminamento di ronda scoperto, inglobato poi nelle abitazioni.
Ma Partiamo dal nome: Brisighella ha per secoli vissuto dell’estrazione del gesso di cui è ricco il territorio.
I “birocciai“, gli operai che facevano questo lavoro, vivevano in questo quartiere e trasportavano il gesso con gli asinelli e le birocce, caratteristici carretti.
Per raggiungere la parte sovrastante del borgo usavano questa strada che da allora ha preso il nome di Via degli Asini. Le loro abitazioni erano al di sopra degli archi mentre le stalle al di sotto.
Poco prima dell’inizio della strada, uscendo da Piazza Marconi, c’è la Porta delle Dame, perché qui le “signore” del borgo accoglievano i forestieri che arrivavano in città …
La torre dell’Orologio
La Torre dell’Orologio si trova su uno dei tre colli di Brisighella.
Si trova lì dal 1290, quando Maghinardo Pagani da Susinana fece costruire una torre con blocchi di gesso per controllare i rivali asserragliati nel vicino castello di Baccagnano.
Insieme alla Rocca Manfrediana ha per secoli difeso il borgo di Brisighella e fu completamente ricostruita nel 1850. Solo in quella data fu inserito l’attuale orologio.
Ci si arriva a piedi o in auto: il percorso pedonale parte da Via degli Asini e dopo 300 scalini con vista sui tetti e sui calanchi di Brisighella è faticosa ma meravigliosa.
Da qui poi parte un sentiero che collega la Torre alla Rocca Manfrediana. Oppure si può fare il percorso inverso: arrivare alla Rocca in macchina (uscendo dal borgo) e poi raggiungere la Torre dell’Orologio attraverso il sentiero.
La rocca Manfrediana di Brisighella
Costruita nel 1310 dai Manfredi, signori di Faenza (da cui il nome) fu la dimora di questa potente famiglia fino al 1500, quando passò per pochi anni a Cesare Borgia e poi ai Veneziani.
Dal 1509 e fino all’Unità d’Italia è stata di proprietà dello Stato Pontificio. Da tutti i proprietari è stata usata come fortezza per difendersi da attacchi vari.
Ancora oggi si può passeggiare sulle mura di difesa, affacciarsi dalle feritoie da cui si spiava il borgo e la valle sottostante, riconoscere i fori nei muri dove si agganciavano i ponti levatoi.
Recentemente restaurata e con una scenografica illuminazione serale, si arriva alla Rocca con una bella strada pedonale partendo dalla Torre dell’Orologio attraverso la panoramica Strada della Rocca.
Oppure ci si arriva in auto con parcheggio sotto alla scala di accesso alla Rocca.
Il castello è una passeggiata nella storia che parte dalla frequentazione in età protostorica delle grotte della Vena del Gesso per motivi funerari e di culto, attraversa l’età Romana con lo sviluppo dell’attività estrattiva del prezioso lapis specularis (vetro di pietra) ed arriva al Medioevo e al Rinascimento, con il fenomeno dell’incastellamento che ha visto le creste gessose protagoniste della costruzione di rocche e castelli.
La sala alta della torre Manfrediana espone i reperti archeologici ritrovati nella Vena del Gesso e risalenti a queste tre diverse fasi di frequentazione.
Informazioni per la visita alla Rocca Manfrediana
Orario estivo (aprile-settembre):  sabato, prefestivi, domenica e festivi 10,00 – 12,30 e 15 – 19,30. Orario invernale (ottobre-marzo): sabato e prefestivi 14,00 – 17,00. Domenica e festivi 10,00 – 12,00 e 14,00 – 17,00.  Chiusura di Rocca, Torre dell’Orologio e museo Ugonia nei seguenti giorni: 1 gennaio e 25 dicembre.
Biglietto unico Rocca + Museo Civico Giuseppe Ugonia € 3,00 – Romagna Visit card permette l’ingresso gratuito alla Rocca.
Come arrivare:Â Da Brisighella seguire la Strada Provinciale per Riolo Terme, subito fuori il centro urbano.
Il Santuario di Monticino
Siamo sinceri, il Santuario della Madonna di Monticino non è un granché: forse è meglio da lontano, inserito nello scenario dei Tre colli di Brisighella.
Ma la vista da lassù è comunque magnifica, quindi vale la pena farsi un giro, soprattutto se ci si arriva in auto in pochi minuti dal borgo.
Nonostante questo, attira molti visitatori perché qui è venerata una sacra immagine in terracotta policroma il cui autore è rimasto sconosciuto, che la realizzò nel 1626.
La statuina si trovava in un un piccolo tabernacolo vicino a Porta Buonfante, nel borgo di Brisighella.
Poi, nel 1662, fu portata in questo luogo per essere ospitata in una piccola cappella che nel corso dei secoli, dopo innumerevoli rifacimenti, è diventata l’attuale santuario.
Come arrivare: Da Brisighella seguire la Strada Provinciale per Riolo Terme, subito fuori il centro urbano. 100 metri dopo l’ingresso per la Rocca c’è una ripida salita che porta al Santuario.
Il Santuario della Madonna del Monticino è aperto tutti i giorni dalle ore 08.00 alle ore 16.00. Il sabato dalle 10.30 alle 16.00
Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola
Il territorio di Brisighella è quello nei dintorni è caratterizzato da due elementi: i calanchi, formazioni rocciose erose dal vento nel corso dei secoli e dalla “vena del gesso“, formazioni di questo materiale presente in tutta Italia ma che qui è affiorato in modo molto più evidente. Tanto singolare da essere tutelato con la creazione del Parco Regionale della Vena del Gesso. Natura rigogliosa, specie animali, grotte da visitare e corsi d’acqua ne fanno un ottimo completamente per una vacanza rigenerante.
Cosa mangiare a Brisighella
Siamo tra Emilia e Toscana, tra Ravenna e Firenze. Qui la gastronomia è succulenta, legata alla terra e agli allevamenti.
Partiamo dall’Olio Dop Brisighella, un’eccellenza verde smeraldo, piccante e piacevolmente amarognolo. Ovviamente con produzione limitatissima.
L’olio si accompagna bene a un altro prodotto locale, il carciofo “moretto” che nasce spontaneo nei terreni argillosi dell’Appennino di Brisighella che gli conferiscono un sapore inimitabile.
Siamo sempre in Emilia e la Romagna non è lontana, quindi la pasta fresca troneggia su tutte le tavole: cappelletti, tagliolini, ravioli, tortelli, tagliatelle e così via ma soprattutto la la “spoja lorda“, tipica di Brisighella.
Pasta fatta a mano ma tagliata in piccoli quadrati riempiti con formaggio squacquerone e parmigiano.
Tra i secondi dobbiamo ricordare i salumi di carne di Mora Romagnola (un’antica razza suina) e le carni di razza Bovina Romagnola.
Discorso a parte meritano i frutti dimenticati: Brisighella si è particolarmente distinta per il recupero di alcuni frutti che non venivano più coltivati e stavano rischiando di scomparire: giuggiole, pera volpina, mela cotogna, corbezzolo, nespole, sorbole e corniole oggi entrano nei menu dei ristoranti locali.
Tra i vini ricordiamo l’ormai mitico Sangiovese e tra i bianchi il Pagadebit e l’Albana che faceva impazzire Federico Barbarossa.
Eventi a Brisighella
Brisighella fa da cornice ad un ricco calendario di eventi durante tutto l’anno. Tantissime le sagre all’insegna del buon cibo e dell’ottimo vino, come il castrato, l’agnellone, o il carciofo moretto. Cene nel borgo, Calici sotto ai Colli, Notte Romanica e tanti altri gli eventi che si organizzano.
Da non perdere, sicuramente è la Festa Medievale di Brisighella. L’evento si tiene a giugno, e insieme ad arcieri, falconieri e combattenti si intraprende un vero e proprio viaggio nel medioevo per una rivisitazione storica straordinaria.
I dintorni di Brisighella
Se avete ancora un po’ di tempo nei dintorni di Brisighella consigliamo una visita ai borghi di San Leo, Gradara, a San Marino e Ravenna.