Sospeso su un fragile lembo di tufo, il suggestivo borgo di Civita di Bagnoregio, nel viterbese, è purtroppo segnato da un destino inesorabile.
Il lento sgretolarsi della rupe su cui sorge e la continua erosione della valle che lo circonda ad opera degli agenti atmosferici, dei terremoti e di due torrentelli, minano l’esistenza del minuscolo borgo dove, come ha scritto il saggista Bonaventura Tecchi, “tutto quel che è rimasto – un ciuffo di case e di mura in rovina, nere sul tufo, erette come sul vuoto – respira ormai l’atmosfera della fine”.
Civita di Bagnoregio, anche nota come “ la città che muore”, è un luogo di struggente bellezza, unico nel suo genere.
Unita alla terra ferma solo da uno stretto viadotto pedonale di 300 metri, la cittadina si erge come un isolotto di tufo in mezzo al mare dei calanchi, offrendo ai visitatori uno scenario di insolito incanto, quasi surreale.
Per cercare di conservarla è stato introdotto un biglietto di ingresso al paese, i cui ricavati serviranno per i lavori di conservazione (3 € in settimana, 5 nel fine settimana).
Testimonianze etrusche, vestigia romane, portali medioevali e fregi rinascimentali segnano l’antico volto di Balneum Regis (Bagno del Re) – dalla leggenda secondo cui la stazione termale presente nell’area fu utilizzata dal re longobardo Desiderio per curare una grave malattia – divenuto poi Bagnorea, ed infine Bagnoregio.
All’interno del borgo semi disabitato, si respira un’atmosfera tranquilla e rilassata. Passeggiando per le sue stradine superstiti ci si ritrova circondati dalle tipiche case medioevali con le scalette esterne (profferli) e i balconcini fioriti, non di rado occupate da botteghe artigiane, e da alcuni bei palazzi nobiliari, che emergono da un passato prestigioso, quando Civita era un libero comune, oltre che un’importante sede vescovile.
Ad imporsi su quel che resta dell’antico abitato, il campanile romanico della chiesa di San Donato sull’omonima piazza, che si staglia, snello e slanciato, nel paesaggio modellato dalle forze della natura.
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La porta di Santa Maria a Civita di Bagnoregio
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L’accesso al borgo medievale di Civita di Bagnoregio avviene attraverso un ponte di 300 metri, ripidissimo, che conduce alla Porta di Santa Maria, o Porta della Cava, con loggetta a tre arcate.
Per le persone anziane c’è un servizio navetta con mezzi elettrici ma non è sempre disponibile. Arrivati in cima, il tempo di riprendere fiato e si può già ammirare la bellezza della porta scavata nel tufo. Questo è l’unico accesso possibile al borgo. La porta è ornata con due leoni in pietra che artigliano due teste umane, simbolo della vittoria del popolo di Civita sugli odiati Monaldeschi, signori di Orvieto (1494).
Piazza e Chiesa di San Donato a Civita di Bagnoregio
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Piccola, perfetta, silenziosa, la Piazza di San Donato a Civita appare quasi come una visione quando si spunta da uno dei vicoletti del paese. Quasi non ci si aspetta di trovare uno spazio così (relativamente) ampio in un paese così piccolo e arroccato.
La particolarità della piazza è l’assenza della pavimentazione centrale: c’è, invece, un misto di terra rossa e brecciolino, che dà alla piazza un aspetto realmente medievale. Sulla piazza si affaccia la Chiesa di San Donato, l’ex cattedrale di Bagnoregio, sorta probabilmente sui resti di un tempio pagano.
La chiesa, di impianto medioevale, presenta una facciata rinascimentale, frutto delle trasformazioni subite nel corso del tempo, cui si affianca il campanile del XII sec. a torre, alla cui base sono inglobati due sarcofagi etruschi in pietra basaltina.
L’interno a tre navate, custodisce un Crocifisso ligneo del ‘400 ritenuto miracoloso (si racconta che durante la peste del 1499, il Crocifisso parlò ad una donna rassicurandola sull’imminente fine della pestilenza), un affresco della scuola del Perugino, reliquiari e arredi sacri. Sotto gli altari laterali sono conservati i corpi di Santa Vittoria e di Sant’Ildebrando.
I palazzi rinascimentali di Civita
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Le case basse, i balconi fioriti, le scalette esterne (profferli) che salgono verso i portonicini rendono belle tutte le case del borgo di Civita di Bagnoregio.
Ci sono alcuni edifici, però, che emergono: sono i palazzi rinascimentali dei Colesanti, dei Bocca e degli Alemanni. In quest’ultimo è ospitato un Museo Geologico e delle Frane, piccolo ma interessante. Permette di scoprire cosa sta accadendo alla rupe di Civita e, quindi, perché è considerato il “Paese che muore”.
La Grotta di San Bonaventura
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Nella zona orientale del Belvedere c’è la grotta di San Bonaventura, un’antica tomba etrusca utilizza nel Medioevo come romitorio dagli eremiti.
La grotta prende il nome da San Bonaventura di Bagnoregio, considerato uno dei più importanti biografi di San Francesco d’Assisi. La tradizione vuole che in questa grotta il piccolo San Bonaventura, al secolo Giovanni di Fidanza, venne guarito miracolosamente da una malattia mortale per intercessione di San Francesco. Fu così che il miracolato scelse di consacrare la sua vita a Dio entrando nell’Ordine dei Francescani assumendo il nome di Bonaventura, nel ricordo delle parole che gli disse San Francesco dopo la guarigione: bona ventura.
Il Belvedere e i Ponticelli di Civita di Bagnoregio
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Alla fine della strada principale del borgo di Civita di Bagnoregio c’è un belvedere che offre una magnifica vista sui calanchi o “ponticelli”, enormi muraglioni in che si sono formati in modo naturale nel corso di millenni. Osservando con calma queste costruzioni naturali, si riesce a comprendere perché Civita di Bagnoregio è chiamato “paese che muore“.
La base dei calanchi è formata da argilla di origine marina mentre la parte superiore da materiale vulcanico e tufaceo. La continua azione del vento e dell’acqua, ha eroso lentamente la base in argilla creando spettacolari fenditure nei fianchi dei calanchi. Questo, purtroppo, accade anche la rupe su cui è costruita Civita, che si erode lentamente da migliaia di anni mettendo in pericolo la tenuta del borgo sovrastante.
Il Palio della Tonna a Civita di Bagnoregio
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La prima domenica di Giugno e la seconda domenica di Settembre in occasione rispettivamente, dei festeggiamenti della Madonna Liberatrice e del SS. Crocifisso, sulla piazza di San Donato si svolge l’antico Palio della Tonna (tonda nel dialetto locale).
Si tratta di una corsa di asini cavalcati da fantini i quali, sostenuti dal tifo dei bagnoresi, devono correre intorno ad un pista di forma circolare sulla piazza. Il vincitore della Tonna riceve come premio il Palio, ovvero lo stendardo raffigurante il santo patrono della manifestazione.
Il corteo in costume del Venerdì Santo
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La sera del Venerdì Santo, il SS. Crocifisso, deposto dalla chiesa di San Donato, viene portato in processione dagli “incollatori” tra canti antichi e figuranti in costume.
Tutto il paese partecipa alla secolare processione del Cristo morto, che parte dalla Chiesa dell’Annunziata di Bagnoregio e ritorna, come vuole la tradizione, prima della mezzanotte, nella chiesa di Civita di Bagnoregio: solo così saranno scongiurati i terremoti e il borgo non scomparirà. Oltre ad essere molto suggestiva, la processione è molto sentita dai cattolici del luogo per il crocifisso di Bagnoregio è considerato miracoloso da molti secoli.
Il presepe vivente di Civita di Bagnoregio
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E’ sicuramente una delle manifestazioni più suggestive d’Italia quella che ogni anno si rinnova a Civita di Bagnoregio per celebrare la nascita di Gesù.
Nel periodo natalizio fino alla Befana, il borgo si trasforma in un Presepe Vivente grazie agli oltre cinquanta figuranti in costume, ai suoni, alle luci e ad un’organizzazione studiata nei minimi dettagli a cura del Comitato Permanente Processione del Venerdì Santo. Per conoscere le date (suscettibili di variazione) dell’evento (a pagamento) contattare il Comune di Bagnoregio (0761.780815).
Cosa mangiare a Civita di Bagnoregio
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La gastronomia di Civita di Bagnoregio è quella tipica della tradizione viterbese a base di piciarelli (pasta simile agli spaghettoni fatta con acqua e farina),
carne di cinghiale, salumi di maiale, insaccati, funghi porcini, tartufi neri. Il piatto forte del borgo è: fettuccine condite con sugo di interiora di pollo. Deliziosi i dolci a base di nocciole e farina di castagne.
Dove dormire a Civita di Bagnoregio
10A Civita di Bagnoregio ci sono pochissimi posti letto, quindi è quasi sempre necessario trovare una sistemazione negli hotel della zona.
Nella vicina Bagnoregio ci sono quasi esclusivamente agriturismi che offrono un’accoglienza rustica, semplice e nella natura. I costi sono medio-bassi, soprattutto fuori stagione e non ci sono particolari problemi a trovare un buon alloggio. Meglio prenotare prima in primavera, durante i ponti e nei mesi estivi.
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