Alla domanda “hai mai visitato Livorno”, la maggioranza degli italiani risponderebbe “no”. La città toscana, infatti, è da sempre fuori dalle mete turistiche più conosciute e affollate. Soprattutto in una regione che vanta gioielli come Firenze, Siena, Pisa e Lucca, Livorno fa fatica ad imporsi come meta turistica.
L’errore, però, sta nel paragonare queste città d’arte con Livorno, che invece è altra cosa e ha un’altra storia. E anche i livornesi sono diversi dagli altri toscani: lo scrittore Curzio Malaparte diceva che la Toscana ha i livornesi come gli inglesi hanno l’Australia. Qualcosa che fa parte, senza farne parte del tutto.
Quindi, anche chi decide di visitarla, non deve aspettarsi una replica minore di queste famose mete ma qualcosa di diverso. Prima di tutto, perché Livorno è una città giovane: è cresciuta poco meno di 500 anni fa per volontà dei Medici, quindi non ha capolavori antichi ma solo neobarocchi e neoclassici, di quelli salvati al feroce bombardamento della Seconda Guerra Mondiale. E allora per cosa visitare Livorno?
Per l’atmosfera tipica di una città di mare. Un mare, che in questo caso, si insinua fin dentro il cuore della città e avvolge il quartiere di Venezia Nuova con i suoi canali, l’odore di salsedine, le pareti scrostate dal vento e dal sale.
La Fortezza Vecchia e quella Nuova, il Mercato delle Vettovaglie, i Quattro Mori, la Terrazza Mascagni e l’Acquario: tutto quello che c’è di interessante ha come protagonista il mare. E noi lo abbiamo riassunto in queste 10 cose da fare e vedere a Livorno.
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Il quartiere di Venezia Nuova
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Per scoprire la vera anima di Livorno, il viaggio nella città toscana non può partire che da qui: il quartiere di “Venezia Nuova”. Proprio come Venezia, anche questo quartiere di Livorno è costruito intorno ai canali che portano il mare fin dentro la città. E in alcuni scorci è innegabile che assomiglia alla più famosa città della laguna. Ma il nome non si deve solo alla somiglianza.
Quando nel XVII secoli ci fu bisogno di costruire nuove case perché lo spazio nella Fortezza Nuova non bastava più, furono chiamate maestranze di Venezia, le uniche in grado di costruire case sull’acqua fatte per durare secoli.
Il risultato fu un quartiere commerciale, direttamente collegato al porto dal Canale dei Navicelli e altri canali minori (fossi), con le cantine poggiate sul mare, le botteghe al piano terra e le abitazioni più in alto.
Venezia Nuova fu pesantemente bombardato durante la Seconda Guerra Mondiale ma è stato perfettamente ricostruito. Lo scrittore Curzio Malaparte in “Maledetti toscani” ha scritto che qui ci sono le “case più belle del Mediterraneo“. Oggi il quartiere è meno “marinaro” e più turistico, con botteghe, bar e ristoranti affacciati sui canali. Si anima soprattutto ad agosto di ogni anno con la manifestazione “Effetto Venezia”.
Per scoprire Venezia Nuova non c’è un itinerario preciso: la passeggiata è piacevole e gli scorci che si aprono sono tutti molto interessanti. Lungo il cammino si incontrano “I bottini dell’Olio“, vecchi magazzini dell’olio oggi trasformati in Museo e Biblioteca comunale.
Nelle vicinanze c’è la Chiesa di Santa Caterina con all’interno una magnifica Incoronazione della Vergine di Giorgio Vasari. Su Via Borra, la principale del quartiere, affacciano i palazzi più belli, come quello del Monte di Pietà, quello delle Colonne di Marmo e Palazzo Huigens. Sulla strada c’è anche uno degli angoli più caratteristici di Livorno: il Ponte di Marmo, che deve il suo nome alle sue spallette realizzate in marmo.
Qui, nel corso dei secoli, barcaioli, facchini e pescatori hanno inciso, in forma di ex-voto, graffiti e iscrizioni dedicati ad amici del quartiere defunti. Un’abitudine visibile anche sull’altro ponte del quartiere, quello di San Giovanni Nepomuceno in Via della Madonna.
La Fortezza Nuova
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Da ogni angolo di Venezia Nuova è visibile l’isola su cui fu costruita la Fortezza Nuova che prese questo nome per distinguerla dalla Fortezza Vecchia del porto. Alla fine del 1500, Francesco I dei Medici decise di creare un nuovo spazio protetto per gli abitanti di Livorno. Questa funzione fu affidata alla Fortezza Nuova, costruita dando l’incarico all’architetto Buontalenti che disegnò un abitato chiuso a forma di pentagono protetto da una cinta muraria e da un sistema di fossi.
In realtà, i bastioni interni durarono solo un secolo, perché intorno al 1630 il complesso fu in gran parte smantellato. Livorno stava crescendo molto perché le riforme di Ferdinando II dei Medici avevano attirato in città nuova popolazione.
Oltre a distruggere i 2/3 della case, questa crescita portò anche alla costruzione dell’adiacente quartiere di Venezia Nuova (vedi punto 1).
I bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale fecero il resto, distruggendo la maggior parte delle costruzioni interne. Dopo essere stata anche rifugio per gli sfollati e luogo abbandonato per decenni, oggi la Fortezza Nuova è soprattutto un bel parco pubblico, ricco di verde, a cui si accede dall’antico ponte in muratura con sottopassaggio.
L’unico ambiente che si è salvato è la Sala d’Armi con volta a crociera in cui si svolgono eventi culturali. Anche se…secondo una leggenda dalla Fortezza parte la Settima galleria, un cunicolo che porta fino a Piazza Garibaldi.
La vista sui Fosso Reale su Piazza della Repubblica è meravigliosa, quindi è una visita da non perdere! Dalla primavera all’autunno la Fortezza si trasforma con stand gastronomici, palchi per spettacoli e aree giochi dedicate ai bambini.
Orari di apertura e costo del biglietto per la Fortezza Nuova
Orari d’apertura: tutti i giorni dalle 8 alle 23.
Costo del biglietto: gratis. A pagamento durante gli eventi.
Come arrivare: a piedi nel centro storico di Livorno.
Il Mercato delle Vettovaglie
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Dalla Fortezza Nuova si prende Piazza della Repubblica e costeggiando il canale si arriva al Mercato Centrale di Livorno, meglio conosciuto come Mercato delle Vettovaglie. Costruito alle fine del 1800 su esempio delle grandi halles parigine, il Mercato delle Vettovaglie è uno dei più grandi d’Europa, sicuramente il secondo dopo quello di Riga in Lettonia. Perché inserirlo in un itinerario turistico a Livorno?
Prima di tutto per la bellezza della struttura. Come per il Mercato di Firenze o quello di Pavia, aver conservato la struttura fine 1800 lo rende più un monumento che un mercato vero e proprio.
L’edificio lungo 100 metri e largo 26 è caratterizzato dal binomio acciaio-vetro, dalla luminosa copertura che ne fanno un eccellente esempio di passaggio tra il Neoclassicismo e l’Art Nouveau. Poi, perché il mercato è per eccellenza il luogo dove si può scoprire la cultura locale.
Qui si possono conoscere i livornesi (o Labronici) nelle loro attività quotidiane e coglierne il carattere fiero, aperto, tollerante e ironico. Oggi nel mercato ci sono circa 200 botteghe di ogni tipo e 92 cantine che danno sul Fosso Reale.
Orari di apertura e costo del biglietto per il Mercato delle Vettovaglie
Orari d’apertura: i banchi di vendita sono aperti tutti i giorni dalle 5.30 alle 15.
Costo del biglietto: gratis.
Come arrivare: Scali Aurelio Saffi.
Il Duomo e Piazza Grande
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Insieme alla “nuova” Livorno, nel 1500 Buonatalenti progettò anche quello che doveva essere il principale luogo di culto della città. Un Duomo che posto ai margini della città costruita sull’isola della Fortezza Nuova. In realtà, con con l’avvento di Ferdinando I de’ Medici, il disegno del Buontalenti fu abbandonato a favore di una piazza d’Armi rettangolare estesa fino ai margini di una darsena poi interrata.
La Cattedrale dedicata a San Francesco fu costruita dal 1594 al 1606 e più volte rimaneggiata nei secoli.
Quasi completamente distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale, della Chiesa originaria non resta niente. L’edificio, rivestito in laterizio, ha una facciata di marmo a capanna, con un loggiato a tre arcate a tutto sesto. L’interno è a croce latina, con un’unica navata affiancata dalle cappelle del Santissimo Sacramento e della Concezione di Maria.
Nella cappella del Sacramento dal 2006 fa mostra di sé un “Cristo coronato di spine” del Beato Angelico che da solo vale la visita alla chiesa.
Orari di apertura e costo del biglietto per il Duomo di Livorno
Orari d’apertura: tutti i giorni dalle 7.30 alle 18.
Costo del biglietto: gratis.
I Quattro Mori
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Se dal Duomo prendiamo Via Grande in direzione del mare, poco prima della Darsena Vecchia incrociamo il simbolo di Livorno: la Fontana dei Quattro Mori che ha una storia che merita di essere raccontata. In realtà il nome ufficiale è “Monumento a Ferdinando I” e la sua storia, ricca di leggende, racconta uno dei momenti più importanti dello sviluppo di Livorno.
Ferdinando I de’ Medici, oltre ad aver voluto Venezia Nuova e l’espansione di Livorno, combatté ferocemente i pirati che attaccavano le coste toscane. Alla fine del suo regno, a Livorno gli schiavi erano 6.000, quasi quanto la popolazione locale. Il monumento non è nient’altro che il tentativo di autocelebrarsi dando l’incarico allo scultore Giovanni Bandini di realizzare un’opera in marmo di Carrara.
In realtà Ferdinando non vedrà mai il monumento finito che sarà inaugurato dal figlio Cosimo II de’ Medici nel 1617. In quella versione dell’opera i mori non c’erano ancora perché sarebbero stati aggiunti tra il 1623 e il 1626. Oltre ai mori furono aggiunti dei trofei sottratti ai corsari: un turbante, un arco, un turcasso e una scimitarra.
Qual è la particolarità di questa fontana? I mori rappresentano degli schiavi che lavoravano presso il “Bagno dei forzati”, la prigione a ridosso della Fortezza Vecchia. Uno dei due si chiamava Morgiano, un altro Alì. Secondo la leggenda, dopo la realizzazione del monumento divennero così famosi da essere liberati.
Nel corso dei secoli, la bellezza scultorea dei mori ha surclassato la goffa figura di Ferdinando e sono quindi loro i protagonisti del monumento. Oggi non sarebbe possibile realizzare un monumento del genere e in altri paesi del mondo, statue di questo tipo sono state tirate giù a furor di popolo.
Anche i francesi volevano farlo nel 1799 durante la breve occupazione di Livorno: il generale Miollis considerava il monumento un “insulto all’umanità” ma si limitò a rubare i fregi barbareschi in bronzo che oggi si trovano al museo del Louvre di Parigi.
Se durante la visita ai mori vedete persone aggirarsi con aria circospetta è perché stanno cercando di verificare se è vera un’altra leggenda sulla statua: che porta fortuna trovare il punto in cui si vedono tutti e 4 i nasi di mori contemporaneamente.
La Fortezza Vecchia
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Di fronte alla Fontana dei Quatto Mori c’è la Darsena Vecchia con i suoi pescherecci a riposo e i pescatori che puliscono le reti. Alla destra si impone la sagoma della Fortezza Vecchia, il primo bastione costruito dai Medici intorno al 1530, appena presero il potere a Livorno. In realtà in quel luogo esistevano fortificazioni volute prima dai Pisani e poi dai Genovesi.
Ma furono i Medici a dare alla Fortezza l’attuale forma. I lavori iniziarono nel 1519 su progetto di Antonio da Sangallo il Vecchio e si conclusero nel 1534, sotto il duca Alessandro dei Medici. La fortezza è formata da tre bastioni: l’Ampolletta rivolto verso la città, la Canaviglia verso il porto e la Capitana verso nord est. La Torre circolare che svetta sulla Fortezza è il Mastio di Matilda, una torre circolare alta 30 metri che prende il nome da Matilde di Canossa. In realtà non fu lei a volerne la costruzione ma i pisani intorno al 1200 per difendere quel lato del porto.
Orari di apertura e costo del biglietto per la Fortezza Vecchia
Orari d’apertura: tutti i giorni dalle 9 alle 20. Chiuso il lunedì.
Costo del biglietto: gratis.
Come arrivare: ingresso dal Varco Fortezza. I ponti mobili sugli altri lati non sono sempre attivi.
La Terrazza Mascagni
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Tornando dalla Fortezza Vecchia verso la Fontana dei Quattro Mori e proseguendo per circa un chilometro, inizia Viale Italia, una bella passeggiata sul mare che porta alla Terrazza Mascagni dedicata al compositore livornese.
Se avete mai visto una cartolina di Livorno, probabilmente ritraeva la pavimentazione a scacchiera di questo belvedere sul mare.
La terrazza occupa lo spazio che prima era di un belvedere di difesa e che a inizio secolo fu trasformato terrazza sul mare.
Fin dall’inizio la terrazza aveva una casina per la musica a tempietto, distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale e ricostruita intatta.
La stessa terrazza fu allargata usando le macerie dei palazzi di Livorno. Abbandonata e quasi distrutta dalle mareggiata, la Terrazza ha ripreso vita con i lavori degli anni ’90.
Oggi è una spettacolare passeggiata sul mare: le 34mila piastrelle bianche e nere, la balaustra formata da 4 mila colonnine, la vista sul mare e sui tramonti, i giochi di luce, ne fanno un luogo sempre nuovo a ogni ora del giorno. Ideale per chi ama passeggiare sul mare e fare fotografie!
L'Acquario di Livorno
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Non è grande e non è famoso come quello di Genova o Valencia, ma l’Acquario di Livorno ha il fascino dei piccoli acquari delle città di mare. Si trova nel cuore della Terrazza Mascagni e offre una visita divisa in tre aree: al piano terra c’è un percorso con la ricostruzione di diversi ambienti marini, soprattutto mediterranei.
La parte più affascinante di questa sezione è l’Area Marina Archeologica Greco – Romana, una grande vasca, con la riproduzione di un relitto di nave romana. Qui hanno ricreato il loro ambiente spigole, scorfani e dentici e altre specie del Mediterraneo. Al primo piano, invece, c’è un rettilario dedicato ad anfibi, rettili e insetti e un formicaio con le affascinanti formiche tagliafoglia. Dal primo piano si accede a una bella terrazza panoramica che dà sul lungomare e sulle isole dell’Arcipelago Toscano.
Orari di apertura e costo del biglietto per l’Acquario di Livorno
Orari ingresso: tutti i giorni dalle 10 alle 18.
Costo del biglietto: adulti 14 €, ragazzi 9 €.
Come arrivare: a piedi dalla Terrazza Mascagni.
Villa Mimbelli – Museo Civico Giovanni Fattori
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Il Museo civico Giovanni Fattori raccoglie circa 400 opere dalla metà dell’800 agli anni ’40 del ’900. Il nucleo della collezione è formato da artisti livornesi a cui si aggiungono alcune opere di artisti toscani e italiani. Il museo è ospitato nella bellissima Villa Mimbelli, fatta costruire nel 1865 da Francesco Mimbelli commerciante di grano e altre merci di origine dalmata.
La raccolta inizia nel 1857 con il dipinto “Gli esuli di Siena” di Enrico Pollastrini, donato dai livornesi al Comune. Da quel momento, per 150 anni, la raccolta è cresciuta con acquisti, donazioni e lasciti fino a diventare quella che è oggi.
Il nucleo fondamentale sono le opere di Giovanni Fattori: 22 dipinti, 200 disegni e acqueforti. Nelle tre sale si possono ammirare l’Assalto a Madonna della Scoperta (1868), la Carica di Cavalleria a Montebello (1862), Mandrie Maremmane (1893), Campagna romana (1896), La signora Martelli a Castiglioncello (1867), Ritratto della terza moglie (1905) e la Torre Rossa (1875).
Alla collezione Fattori si aggiungono opere di altri macchiaioli: Silvestro Lega, Telemaco Signorini, Cristiano Banti, Serafino De Tivoli, Vincenzo Cabianca, Giovanni Boldini. C’è anche una sezione dedicata ai Postmacchiaioli e Divisionisti: Eugenio Cecconi, Raffaello Gambogi, Vittore Grubicy de Dragon, Benvenuto Benvenuti e Plinio Nomellini, allievo di Fattori.
Orari di apertura e costo del biglietto per il Museo Fattori
Orari d’apertura: Venerdì: dal martedì alla domenica dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19.
Chiuso: tutti i lunedì, Capodanno, 1 maggio, Ferragosto, Natale.
Costo del biglietto: 6 €.
Come arrivare: Via San Jacopo in Acquaviva 65. Linea urbana Lam Blu e n. 8R.
Dalla Stazione Marittima: linea n. 5 con passaggio sulle linee LAM BLU e n. 8 R
Casa Natale di Amedeo Modigliani
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Nei vostri giri per Livorno vi troverete sicuramente a passeggiare in via Roma a Novara. Fermatevi al civico 38 e leggete la targa che riporta l’iscrizione della Casa natale di Amedeo Modigliani.
La visita è da fare non solo se si è appassionati dell’artista, se non altro perché è ben organizzata, dura un’ora e si svolge insieme a pochi partecipanti alla volta. La casa-museo di Modigliani si trova al primo piano, ma la guida probabilmente vi racconterà che la famiglia Modigliani in realtà abitava tutta la palazzina e aveva anche un bel giardinetto sul retro!
Curiosate nelle stanze dove “Modì” ha vissuto da giovane e dove ci sono ancora molti suoi oggetti: l’arredamento è fedele all’originale e questo aiuta a calarsi nell’ambientazione di una tipica casa livornese della borghesia di metà Ottocento.
Si entra prima nei salottini e negli studioli dove i pavimenti conservano i disegni geometrici e floreali dal sapore vintage. Poi si passa alla cucina con il vecchio lavello in marmo che è rimasto lì da allora. È come se la casa fosse ancora abitata, ci sono addirittura le pagelle del giovanissimo Amedeo con i voti presi al Ginnasio nelle varie materie.
Una sezione è dedicata ai ritratti di famiglia e c’è una famosa foto, una delle più emozionanti, quella in cui l’artista abbraccia il suo Maestro Fattori. Non mancano fotografie dei lavori più importanti tra ritratti, nudi e sculture mentre nel Salone della Musica una carrellata di opere di pittori contemporanei interpretano Modigliani ognuno a suo modo e con le proprie tecniche.
Orari di apertura e costo del biglietto per la casa di Modigliani
Orari d’apertura: la Casa di Modigliani è aperta dal lunedì al sabato, visite solo su prenotazione.
Contatti:
info@casanatalemodigliani.it
+39 3208887044
Madonna delle Grazie
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Il Santuario della Madonna delle Grazie (Madonna di Montenero) attira da l 1400 migliaia di pellegrini ogni anno. L’immagine miracolosa della Madonna fu trovata da un contadino zoppo nel 1345 che trovò ai piedi del colle Montenero un dipinto raffigurante la Madonna.
Portato il dipinto sulla cima del colle, il contadino sarebbe guarito. Inizia così la fama di questo luogo, la Madonna di Montenero, che è anche patrona della Toscana.
Il Santuario è cresciuto nei secoli, come dimostrano gli oggetti lasciati nei secoli nella galleria degli ex-voto: circa 700 “ringraziamenti” per i miracoli ricevuti, tra cui le tavole di Giovanni Fattori e Renato Natali.
Il Santuario è anche il Famedio dei livornesi illustri che qui riposano: Francesco Domenico Guerrazzi, Enrico Pollastrini, Carlo Bini, Giovanni Fattori e Paolo Emilio Demi. Due lapidi ricordano Amedeo Modigliani e Pietro Mascagni, livornesi illustri ma sepolti a Parigi e nel cimitero della Misericordia di Livorno.
Orari di apertura e costo del biglietto per la Madonna delle Grazie
Orari d’apertura: Venerdì: dalle 6 alle 18.
Costo del biglietto: gratis.
Come arrivare: Piazza di Montenero, 9. Autobus linea LAM ROSSA per Montenero fino a Piazza delle Carrozze e poi funicolare.
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