“Montefalco è uno dei luoghi più pacifici della terra, un quieto centro di arte francescana. Tutto è antico, medioevale…”.
Così scriveva Herman Hesse nel 1907 a proposito di Montefalco che dalla sommità di un colle, domina le piane del Topino e del Clitunno offrendo panorami mozzafiato sulla valle tanto da essersi guadagnato l’appellativo di “ringhiera dell’Umbria”.
Ulivi e vigneti circondano questo pittoresco borgo ricco di memorie storiche ed artistiche.
Di chiara impronta medioevale come testimoniano le mura duecentesche con le cinque porte che vi si aprono (Camiano, San Bartolomeo, Sant’Agostino con la torre merlata, Della Rocca, San Leonardo), i torrioni e la piazza del Comune, aperta sul luogo del castrum feudale, Montefalco rapisce per i suoi ritmi lenti e rilassati e le atmosfere ovattate.
Un borgo che prende il nome dalla passione per la caccia
Il borgo che ricorda nel nome la passione per la caccia al falcone di Federico II di Svevia che qui soggiornò intorno al 1240, fu anche un importante centro d’arte come attestano i le numerose opere ammirabili nelle sue chiese, tra cui lo splendido ciclo di affreschi eseguiti dal maestro rinascimentale Benozzo Gozzoli con le storie di “Vita di San Francesco”, opera di indiscusso valore artistico che influenzò la pittura umbra per mezzo secolo.
Un’altra caratteristica della cittadina è la produzione di vini rossi: celebre il Sagrantino di Montefalco secco, Docg ottenuto con le sole uve sagrantino dalle quali si ottiene anche il Sagrantino Montefalco Passito Docg, e il Montefalco Rosso Doc a base di uve sangiovese. Pertanto, non si può lasciare la patria del Sagrantino senza aver fatto una sosta in una delle caratteristiche vinerie per sorseggiare un bicchiere del celebre nettare di Montefalco.
La Chiesa-Museo di San Francesco
Per molti visitatori che arrivano in cima a Montefalco, la Chiesa di San Francesco è una vera sorpresa. In pochi sospettano che sulle pareti dell’abside centrale di questa ex chiesa sia dipinto uno dei più noti cicli pittorici dell’arte italiana.
La vita di San Francesco, divisa in venti episodi e 12 scene, dipinte nel 1452 da Benozzo Gozzoli, allievo del Beato Angelico. Dello stesso autore anche gli affreschi che narrano la storia di San Girolamo. Nell’edicola a sinistra del portale principale invece, è conservata una splendida Natività (1503) di Pietro Vannucci detto “Il Perugino”.
Nella pinacoteca vi sono dipinti di Niccolò di Liberatore, meglio conosciuto come L’Alunno, di Antoniazzo Romano e del pittore montefalchese Francesco Melanzio.
Dal suggestivo Lapidario che ospita la collezione archeologica della città, si accede alle cantine dei Frati Minori conventuali dove sono esposti gli utensili del XVIII e XIX sec. usati per raccogliere le uve e fare il vino.
Furono i Minori francescani ad erigere la chiesa tra il 1336 e il 1338, trasformata in Museo Civico il cui aspetto attuale deriva dagli interventi ottocenteschi, cui appartiene la facciata in pietra bianca.
Il Museo si articola in quattro spazi: la ex chiesa, la Pinacoteca, il Museo Lapidario (Cripta) e le Cantine dei frati. La chiesa sconsacrata di San Francesco rappresenta il cuore del complesso museale.
Piazza del Comune
Dopo aver affrontato Corso Mameli, in ripida salito ma costellato di botteghe, enoteche, ristoranti e artigiani, si arriva nella piazza principale di Montefalco.
Posta nel punto più elevato del borgo, la Piazza del Comune (anche detta Piazza del Certame) ha una forma quasi circolare (nel ‘300 era chiamata “platea rotunda”) verso cui convergono tutte le principali vie dalle rispettive porte di accesso alla città.
Sulla piazza si affacciano il Palazzo Comunale (1270) anticamente chiamato Palazzo del Popolo, con il loggiato trecentesco e la torre campanaria aggiunta nell’800 da cui con una salita di 110 gradini si può godere di uno splendido panorama; la ex chiesa di San Filippo Neri oggi Teatro Comunale; l’antichissimo Oratorio di di S. Maria de Platea; alcune residenze signorili del XVI sec., tra cui l’elegante il palazzo De Cuppis.
La Chiesa di Sant'Agostino
La chiesa insieme al convento fu costruita dagli Eremitiani di San’Agostino nella seconda metà del Duecento sopra un preesistente edificio dedicato a San Giovanni Battista.
La chiesa accoglie i visitatori con un’elegante facciata in pietra e un bel portale con colonnine e capitelli. Nell’interno formato da un’unica navata con capriate lignee a vista, si trovano affreschi tre – quattrocenteschi di scuola umbra.
Qui si trovano i corpi di Santa Chiarella e Illuminata, discepole di Santa Chiara. A questa chiesa è legata la Leggenda del Pellegrino di Montefalco, che riposa mummificato in una strana posizione nella teca a destra. Pare che sia morto in quella posizione e si sia “rifiutato” più volte di essere seppellito.
Il Complesso di Santa Chiara
Eretta tra il Duecento e il Trecento su una preesistente cappella, la chiesa voluta dalla santa di Montefalco (da non confondersi con Santa Chiara da Assisi) subì un totale rifacimento nel Seicento.
Nel santuario si trova l’antica Cappella di Santa Croce decorata con pregevoli affreschi trecenteschi di scuola umbra.
In un’urna d’argento è conservato e venerato il corpo incorrotto della Santa umbra.
Anche il monastero di clausura custodisce numerose opere d’arte, tra cui un ritratto affrescato da Benozzo Gozzoli di Santa Chiara (XV sec.).
Cosa mangiare a Montefalco
La cucina di Montefalco è una cucina semplice, ovviamente legata alla tradizione culinaria umbra. Per la preparazione dei piatti montefalchesi vengono utilizzati prodotti della campagna e le carni degli allevamenti locali.
Spesso il vino è il protagonista di alcune ricette locali, come il risotto montefalchese e gli strangozzi o le pappardelle al Sagrantino, o ben si presta per accompagnare arrosti e salumi.
Tra i dolci della tradizione: maritozzi al mosto, tozzetti (da intingere nel Sagrantino passito) e rocciata.