Napoli è l’unica città al mondo che ha un museo all’aperto distribuito nelle stazioni della metropolitana. Il risultato è il cosiddetto Metro dell’Arte, progetto per rendere più accoglienti e piacevoli i luoghi della mobilità pubblica, rendendo accessibile a tutti la bellezza di alcune tra le più belle opere dell’arte contemporanea.
Anche in una città come Napoli, straordinariamente ricca di luoghi da non perdere, la Metro si è imposta in pochi anni come una delle cose da vedere assolutamente in città . Un museo che non si chiude nei suoi spazi elitari ma a cui tutti possono accedere indistintamente.
Le stazioni più belle sono quelle della Linea 1 che da Piscinola arriva a Piazza Garibaldi: lungo questo percorso si incontrano Vanvitelli, Materdei, Quattro Giornate, Salvator Rosa, Cavour, Dante, Toledo, Municipio e Università , più volte premiate come stazioni più belle d’Europa.
Stazione Vanvitelli
Questa stazione è stata aperta nel 1993 e rimodernata tra il 2004 e il 2005, ospitando i capolavori di ben otto maestri dell’arte contemporanea. Gli interni sono resi molto luminosi da un attento e curato uso dei colori, dal blu al giallo, dal lilla alle diverse sfumature del grigio. Nello spettacolare atrio c’è la divertente installazione di Giulio Paolini, dove vi è un grande masso che sembra frantumare il recinto trasparente nel quale è intrappolato.
I due corridoi posti lateralmente accolgono da una parte la lunga striscia di Paolini che è una sintesi di immagini appartenenti ad epoche e stili diversi, dall’altra le fotografie delle architetture della città .
Sul soffitto blu del piano inferiore spicca la magnifica spirale in neon azzurro che rapisce l’attenzione. Sulle pareti laterali sono poste le due grandi stelle in acciaio che grazie al gioco dei pieni e dei vuoti riconfigurano lo spazio della stazione.
Stazione Quattro Giornate
La stazione, il cui nome è dedicato ai giorni dell’insurrezione che liberò Napoli dal dominio nazista, è stata costruita ben 44 metri sotto terra e nell’atrio ospita i rilievi in bronzo e i dipinti di Nino Longobardi che si riferiscono alla Resistenza napoletana.
Lungo le scale mobili che conducono alle banchine si trovano diverse opere d’arte: le scene di caccia e i “guerrieri” e la scultura in lamiera di alluminio accartocciata.
Il percorso di risalita verso l’uscita accoglie tre grandi teche fissate al muro con travi in ferro, un’enorme immagine fotografica di Betty Bee intrappolata in un box, un dipinto di Maurizio Cannavacciuolo che si chiama Amore contro natura ed infine le Combattenti, opera dedicata alla resistenza durante le Quattro Giornate di Napoli.
Stazione Materdei
L’apertura della stazione metropolitana di Materdei, progettata dall’Atelier Mendini, ha valorizzato e riqualificato non solo piazza Scipione Ammirato, trasformata in isola pedonale e abbellita con spazi verdi, opere d’arte e nuovi arredi urbani, ma l’intero quartiere.
L’ingresso della stazione è molto suggestivo: completamente rivestito di mosaici e dominato da una grande stella verde e gialla. La guglia in acciaio e vetro colorato che spicca sulla struttura, caratterizza la piazza e regala luminosità all’atrio della stazione, dove si alternano i toni del verde e dell’azzurro.
Sulla rampa di scale che conduce ai piani inferiori vi è un mosaico con rilievi in ceramica: un ampio spazio marino in cui si disperdono personaggi fantastici, un Pulcinella con il volto dell’artista dell’opera e scugnizzi napoletani.
Stazione Salvator Rosa
Anche questa stazione è frutto di un progetto dell’Atelier Mendini. In questa struttura, la collaborazione di architetti e artisti, ha dato luogo ad una bellissima armonia tra le opere d’arte, presenti all’interno della stazione e nel vasto giardino terrazzato, e gli spazi architettonici.
L’intento di Mendini era quello di offrire al cittadino uno spazio funzionale ed esteticamente bello che facesse da palcoscenico alla sua vita di tutti i giorni.
La zona in cui si impone maestosa questa stazione è stata completamente rivalorizzata: sono stati fatti risplendere i resti di un ponte romano, i palazzi circostanti, trasformati in opere d’arte grazie ad artisti importanti come Ernesto Tatafiore, e ha acquisito maggior pregio una graziosa cappella neoclassica posta nelle vicinanze.
Il parco ha diversi livelli collegati da una lunga scala mobile esterna che porta al piazzale dei giochi. Qui si trova anche la sorprendente “mano” di Mimmo Paladino. L’edificio della stazione è molto particolare: la guglia in acciaio sembra riprendere dei motivi fiabeschi e i tunnel delle scale mobili sembrano proiettare in un’altra dimensione e confondono gli occhi per le curiose prospettive a cui danno luogo.
La stazione possiede anche una seconda uscita a valle di via Salvator Rosa dove vi è la scultura del Pulcinella di Lello Esposito che con la sua solita insolente curiosità guarda dall’alto la vita della città che scorre.
Alle sue spalle vi è il palazzo dove visse l’autore della famosa canzone “O’sole mio”, abbellito da una serie di insegne colorate e da una coinvolgente pioggia di raggi dorati, sempre ad opera di Mimmo Paladino.
Stazione Museo
Questa stazione fu edificata secondo il progetto di Gae Aulenti. L’aspetto e il colore di questa stazione, con il suo intonaco rosso e la pietra vesuviana che collega i diversi livelli delle strade, richiamano nei materiali e nelle sfumature la struttura del vicino Museo Archeologico Nazionale. L’atrio della stazione accoglie un calco in vetroresina dell’Ercole Farnese, conseguito dall’Accademia di Belle Arti di Napoli, mentre nella sala di ingresso secondaria vi è posto un calco in bronzo della imponente Testa di cavallo detta Carafa. Muovendosi lungo i corridoi in direzione del Museo, è possibile ammirare le fotografie in bianco e nero di Mimmo Jodice.
Nell’ingresso superiore è posta la riproduzione in bronzo del Laocoonte e alle sue spalle, le fotografie di Jodice, che ne esaltano alcuni particolari. Il corridoio che conduce al Museo accoglie “Stazione Neapolis” che è l’esibizione dei resti archeologici ritrovati durante i lavori di scavo per la costruzione della Linea 1.
Stazione Dante
L’interno della stazione è rivestito da grandi pannelli in vetro bianco con borchie in acciaio e accoglie i capolavori di alcuni protagonisti dell’arte contemporanea italiana.Nella atrio della stazione vi sono due tele di Carlo Alfano, Luce-Grigio e Frammenti di un autoritratto anonimo.
Al di sopra delle scale che portano al piano inferiore vi è Queste cose visibili di Joseph Kosuth, un’opera composta da un passo del Convivio di Dante, in cui le parole sono perfettamente rese con tubolari di neon bianco.
La parete del piano inferiore è interamente impegnata da Senza titolo di Jannis Kounellis: una spaziosa pannellatura di acciaio sulla quale vi sono delle travi simili a binari che reggono e bloccano diverse paia di scarpe maschili e femminili, un soprabito, un cappello e locomotive di trenini giocattolo.
Proseguendo la discesa verso le banchine, al di sopra delle scale mobili, ci sono due varianti di Intermediterraneo di Michelangelo Pistoletto, un’opera fatta a specchio in cui è delineato il profilo del bacino mediterraneo. Infine vi il lungo mosaico di l’Universo senza bombe, regno dei fiori, 7 angeli rossi, di Nicola De Maria, che è un tripudio di colori, piccole forme geometriche e sette vivacissimi ovoidi, grossi e marcati.
Stazione Toledo
Una delle ultime inaugurate e forse la più bella, tanto da vincere il premio di stazione più bella d’Europa. Il Crater de luz è un grande cono che attraversa in profondità tutti i livelli della stazione, la sovrastante Piazzetta Berlinguer con la spettacolare hall che si trova 40 metri più in basso, sotto al livello del mare.
La stazione è illuminata dall’opera “Relative light” l’intervento artistico di Robert Wilson: migliaia di LED programmati sulla gamma cromatica degli azzurri creano suggestive e variabili armonie luminose. Sulle pareti si rincorrono i mosaici di Kentridge che raffigura una processione di figure e oggetti ispirati alla storia della città di Napoli. Il corteo è guidato da San Gennaro, il patrono della città .
Stazione UniversitÃ
Una stazione “morbida e colorata” che si trova nella zona dove si concentrano le università napoletano. L’architetto e designer anglo-egiziano Karim Rashid ha realizzato spazi che trasmettessero i saperi e i linguaggi della nuova era digitale senza dimenticare la grande tradizione umanistica italiana e napoletana.
Ecco quindi una moltitudine di parole (virtual, network, portatile, database, interfaccia, software ma anche un grande disegno con Dante e Beatrice, a celebrare l’incontro tra passato e futuro.
Al di là dei tornelli c’è l’opera Conversational profile, due opere che mostrano da ogni lato sempre dei volti di profilo, metafora del dialogo e della comunicazione tra gli esseri umani.
Stazione Garibaldi
La più grande e importante delle stazioni napoletane (qui arrivano tutti i treni nazionali e locali) porta la firma dell’architetto e urbanista francese Dominique Perrault, che ha ridefinito anche la sovrastante Piazza Garibaldi (ancora in costruzione).
La stazione è un unico, luminoso e profondo ambiente attraversato solo dalle incredibili scale mobili “sospese” coperte solo da vetro trasparente che permette alla luce solare di arrivare fino a 40 metri di profondità . La stazione ospita due grandi opere di Michelangelo Pistoletto, uno dei protagonisti della scena artistica internazionale.