Nostradamus e Vincent Van Gogh sono le due figure più spesso associate a Saint-Rémy de Provence. Il “Profeta” nacque a Saint-Rèmy ma passò gran parte della vita nella vicina Salon de Provence. Vincent Van Gogh visse per un anno nel manicomio della cittadina provenzale, dipingendo alcuni dei suoi capolavori. Sain-Remy oggi è un concentrato di Provenza, con i bei viali alberati, le piazzette con le fontane, i mercati colorati, i profumi di erbe mediterranee e lavanda. Il repertorio classico di una cittadina provenzale, quindi meritevole di una visita. Ecco la nostra guida a Saint-Rèmy de Provence.
Vincent Van Gogh a Saint-Rémy de Provence
Nel 1889 Vincent Van Gogh abbandona Arles e si interna volontariamente nel Monastero di Saint-Paul-De-Mausole. Dal maggio 1889 a maggio 1890, tra allucinazioni e periodi normali, Van Gogh realizzerà 143 dipinti ad olio e 100 disegni. Un periodo terribile e fecondo, che lascerà al mondo alcuni capolavori immortali: il Vaso di Iris, La Notte Stellata, La Camera ad Arles e molti altri. Van Gogh disponeva di un atelier al piano terra e di una camera al primo piano: poteva anche uscire, se accompagnato da un inserviente. Se volete ripercorrere i suoi passi, c’è un sentiero che vi porta lungo gli itinerari che seguiva quando dipingeva all’aperto.
Il Monastero di Saint-Paul-de-Mausole
Segnato per sempre dall’essere stato il manicomio di Van Gogh, il monastero merita una visita al di là di questa caratteristica. E’ certamente un capolavoro del Romanico Provenzale: soprattutto il chiostro del XI° Secolo ricorda molto lo stile della chiesa di Saint Trophime d’Arles ed è affiancato dalla cappella in stile romanico. I monaci francescani furono i primi ad accogliere in questo luogo i malati di mente, fin dal 1400, un’attività che continua ancora oggi.
Glanum e l'Altopiano degli antichi
Appena 1 km fuori dal centro di Saint-Remy si incrociano le rovine della antica Glanum, una città prima celtico-ligure e poi romana, di cui restano intatti due splendidi monumenti: il Mausoleo e l’Arco trionfale. Il primo, alto 18 metri, è scolpito con scene di battaglia, caccia, natura e due statue dedicate dai figli ai Caio, della famiglia dei Giulii. L’Arco di Trionfo segnava l’ingresso a Glanum: da notare, sui lati, la raffigurazione degli schiavi rassegnati al dominio romano. Intorno è possibile visitare quel che resta della città di Glanum.