Viterbo ha il centro storico medievale più grande d’Europa, ma pochi italiani lo sanno. Ha l’atmosfera, l’architettura e lo stile di vita di un borgo anche se ha le dimensioni di una media città. Fondata dagli etruschi, è stata una città ricca e potente.
Tra il 1200 e il 1300 controllava quasi 50 castelli, come si può vedere negli affreschi nel Palazzo dei Priori. Nello stesso periodo divenne sede preferita di molti papi che scelsero Viterbo per sfuggire alle rivolte romane e ai rischi connessi alla vita in una città come Roma. Della lunga storia cittadina si possono ripercorrere le tappe nel Museo del Colle del Duomo e in quello Civico.
Del periodo d’oro resta il nome di “Città dei Papi” con cui Viterbo è conosciuta ma anche due splendidi edifici: il Palazzo dei Papi e la Cattedrale di San Lorenzo. La grande religiosità locale si esprime ogni 3 settembre con la “Macchina di Santa Rosa” tutelato dall’UNESCO come Patrimonio immateriale dell’Umanità.
Il corpo della santa si venera nell’omonima chiesa ma meritano una visita anche San Silvestro e, soprattutto, Santa Maria Nuova. Da lì al quartiere medievale di San Pellegrino sono pochi metri e potete fare un viaggio nella Viterbo medievale.
Case torri, profferli, richiastri, architetture tipiche del medioevo viterbese per fortuna conservate intatte. E poi c’è una gastronomia eccezionale, terme gratis e anche dei dintorni pieni di natura e borghi meravigliosi.
Insomma, ce n’è per riempire 2-3 giorni di arte, spiritualità, natura e cibo! In questa pagina vi consigliamo le 10 cose da fare e vedere assolutamente a Viterbo durante un week end o una vacanza.
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Palazzo dei Papi
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Quando Roma diventava troppo pericolosa, i Papi preferivano scappare a Viterbo, città vicina, ricca e soprattutto sicura perché Guelfa. Il Palazzo dei Papi fu quindi fatto costruire tra il 1255 e il 1266 dal Capitano del Popolo Raniero Gatti proprio per ospitare i pontefici romani che trasformarono Viterbo in una “Piccola Roma”, la “Città dei Papi”, come viene ancora oggi chiamata. In realtà si tratta dell’allargamento del vicino Palazzo della Curia Vescovile quando Papa Alessandro IV (1254 – 1261) dovette scappare da Roma.
A destra delle scale di questo palazzo così bello e armonioso c’è la Loggia, con i suoi 7 archi divisi da colonnine e con al centro un pozzo che alimenta una fontana.
Questa loggia è chiamata anche “delle benedizioni” perché i papi si affacciavano da qui per benedire il popolo. Dalle scale si accede a una grande sala per le udienze famosa come Sala del Conclave.
Questo luogo è interessante perché storicamente, qui, è nata la parola conclave. In queste stanze, infatti, si tennero tra il 1268 e il 1271 le udienze per eleggere il nuovo Papa (1006 giorni).
Esasperati dal fatto che i cardinali non prendevano una decisione, i viterbesi misero i porporati sotto chiave (Cum Clave), tolsero il tetto dalla sala e li alimentarono solo a pane e acqua.
Non servì a nulla, perché ci vollero comunque 3 anni per eleggere il Papa, ma resta di quel periodo la parola Conclave che si usa ancora oggi. La sala è molto bella, anche se ormai spoglia, è offre una bella vista sulla valle del FAUL.
Orari di apertura e costo del biglietto del Palazzo dei Papi
Orari d’apertura:
DAL 1 APRILE AL 2 NOVEMBRE:tutti i giorni 10:00/19:00
DAL 3 NOVEMBRE AL 31 MARZO: dal lunedì al venerdì 10:00/13:00 – 15:00/18:00
Sabato e domenica: 10:00/18:00
- Ultimo ingresso: 1 ora prima della chiusura
- Chiuso 24 e 25 dicembre
Costo del biglietto: 9 €
Il Palazzo si visita con un biglietto combinato che include anche le parti nascoste della Cattedrale e una visita al vicino Museo Colle del Duomo.
Biglietteria nel Museo Colle del Duomo: Piazza San Lorenzo, 8
Cell: 320.7911328 – 393.0916060
Email: info@museocolledelduomo.com
Il Duomo
2La Cattedrale di Viterbo si trova accanto al Palazzo dei Papi, di cui è stata per molto tempo il giusto completamento. Quando furono incoronati gli 8 papi eletti a Viterbo e sempre qui fu scomunicato Corradino di Svevia.
La cattedrale sorge nel luogo dove già nel 600 c’era una chiesa dedicata a San Lorenzo, a sua volta costruita su un tempio pagano dedicato a Ercole.
Nel 1200 viene costruita l’attuale chiesa che ha una struttura romanica anche se la facciata rinascimentale del 1570 ne nasconde la vera natura.
In realtà, rispetto ai quartieri di Viterbo cresciuti nei secoli, la Cattedrale era un po’ lontana e difficile da raggiungere, quindi vennero concessi particolari privilegi religiosi ai viterbesi che la frequentavano!
Il campanile gotico bicolore fu modificato nel 1369 e svetta sulla piazza con la sua mole possente. L’interno è suddiviso in tre navate con a destra il fonte battesimale del XV secolo, le cappelle di Santa Caterina e dei Santi Valentino ed Ilario. Bello il pavimento cosmatesco e il monumento a Papa Giovanni XXI, unico papa portoghese morto nel vicino Palazzo dopo il crollo di una parte del soffitto.
La cattedrale di Viterbo ha una particolarità: dietro l’abside centrale c’è ancora l’abside barocco con la volta affrescata e il meraviglioso Coro Barocco. Queste due aree sono state separate dopo i danni della Seconda Guerra Mondiale ma sono visitabili con il biglietto a pagamento.
Orari di apertura e costo del biglietto della Cattedrale
Orari d’apertura:
DAL 1 APRILE AL 2 NOVEMBRE:tutti i giorni 10:00/19:00
DAL 3 NOVEMBRE AL 31 MARZO: dal lunedì al venerdì 10:00/13:00 – 15:00/18:00
Sabato e domenica: 10:00/18:00
- Ultimo ingresso: 1 ora prima della chiusura
- Chiuso 24 e 25 dicembre
Costo del biglietto: 9 €
La Cattedrale visita con un biglietto combinato che include il Palazzo dei Papi e il vicino Museo Colle del Duomo.
Biglietteria nel Museo Colle del Duomo: Piazza San Lorenzo, 8
Cell: 320.7911328 – 393.0916060
Email: info@museocolledelduomo.com
Il Museo del Colle del Duomo e il Museo Civico
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Il Museo del Colle del Duomo è il terzo elemento del polo che unisce il Palazzo dei Papi e la Cattedrale di San Lorenzo. Inaugurato nel 2005 raccoglie le opere archeologiche, storiche-artistiche e il tesoro dei Papi. Nella sezione archeologica sono raccolti alcuni importanti reperti di Viterbo e della Tuscia di epoca etrusca, romana e medievale. Da non perdere la il sarcofago etrusco in terracotta e la Dea dell’abbondanza di origine romana.
Nella galleria d’arte è ci sono poche ma meravigliose opere di arte locale e laziale: prima di tutto la Madonna della Carbonara, un’icona dipinta a Roma ma di scuola bizantina, la Madonna col bambino di Benvenuto di Giovanni (dipinta su foglia d’oro), la Madonna con bambino di Bartolomeo Cavarozzi e la Crocefissione di Viterbo attribuita a Michelangelo.
Nella sezione di Arte Sacra sono raccolti i tesori che testimoniano l’importanza di Viterbo come sede del Cristianesimo: si possono ammirare oggetti sacri appartenuti a Papa Giovanni XXI e Pio IX, nonché quelli usati da cardinali e vescovi, tra cui l’antichissima veste di San Bonifacio del XII secolo.
Il Museo Civico merita una visita soprattutto per la Pinacoteca, con due opere di Sebastiano dal Piombo, tra cui la magnifica Pietà e la Flagellazione. Ci sono anche opere di Salvator Rosa e Pietro da Cortona, oltre a ceramiche della bottega dei Della Robbia.
Nell’ottava sala da non perdere il grandioso Presepe, pala d’altare realizzata nel 1488 dal pittore viterbese Antonio del Massaro detto il Pastura, allievo del Pinturicchio e del Perugino.
Orari di apertura e costo del biglietto del Museo Colle del Duomo
Orari d’apertura:
DAL 1 APRILE AL 2 NOVEMBRE:tutti i giorni 10:00/19:00
DAL 3 NOVEMBRE AL 31 MARZO: dal lunedì al venerdì 10:00/13:00 – 15:00/18:00
Sabato e domenica: 10:00/18:00
- Ultimo ingresso: 1 ora prima della chiusura
- Chiuso 24 e 25 dicembre
Costo del biglietto: 9 €
Il Museo si visita con un biglietto combinato che include anche le parti nascoste della Cattedrale e la visita al Palazzo dei Papi.
Biglietteria nel Museo Colle del Duomo: Piazza San Lorenzo, 8
Cell: 320.7911328 – 393.0916060
Email: info@museocolledelduomo.com
Orari di apertura e costo del biglietto del Museo Civico
Indirizzo: Piazza Francesco Crispi, 2
Orari d’apertura: Periodo invernale (1 novembre-31 marzo) dalle ore 9.00 alle ore 18.00
Periodo estivo (1 aprile-31 ottobre) dalle ore 9.00 alle ore 19.00
I giorni 1 maggio, 1 gennaio, 4 settembre e 25 dicembre il museo rimarrà chiuso.
Costo del biglietto: 3,50 €
Il quartiere San Pellegrino e Pianoscarano
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Se avete mai visto una foto di Viterbo, quasi sicuramente ritraeva qualche scorcio del quartiere medievale di San Pellegrino. Dal Duomo si prende via San Lorenzo dove si incontra prima Piazza della Morte e poi subito verso via La Fontaine si incrocia a destra (Via Macel Maggiore) Piazza San Carluccio con la caratteristica fontana.
Proprio in questo punto inizia via San Pellegrino, la strada principale del quartiere medievale: la passeggiata è un susseguirsi di “profferli” e “case a ponte“.
I primi sono le caratteristiche scale esterne che portano al pianerottolo di accesso alle abitazioni e i secondi sono costruzioni che uniscono le case dei due lati di una strada creando suggestivi passaggi coperti.
Molte abitazioni hanno anche i richiastri, un cortile interno al servizio di una o più abitazioni. Non mancano le Case torri, presenti in molti borghi italiani, abitazioni dei ricchi aristocratici del quartiere.
Il centro del quartiere è l’omonima piazza con la chiesa, ampiamente rimaneggiata e il Palazzo degli Alessandri. Il quartiere raggiunge il massimo del suo splendore nei giorni a cavallo del 1°maggio con la manifestazione San Pellegrino in fiore.
I turisti più disattenti si fermano a San Pellegrino e poi tornano indietro: pochi metri dopo, invece, si può scoprire un gioiello meno conosciuto ma altrettanto bello di Viterbo: è il quartiere di Pianoscarano, un tempo diviso da San Pellegrino dal fiume e dal Ponte del Paradosso. Il corso, ormai interrato, è stato sostituito dagli splendidi giardini.
Il centro del quartiere è la piazza con la fontana del “Piano”, famosa perché fu causa della rivolta dei viterbesi contro Papa Urbano V. Un suo servo lavò un cane nella fontana che gli abitanti usavano per bere e di fronte alla rivolta popolare, il Papa fece distruggere la fontana originale e molte case.
Il Palazzo dei Priori e la Sala Regia
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Non lasciatevi ingannare dalla facciata severa e quasi anonima del Palazzo dei Priori di Viterbo: dentro vi aspettano diverse sorprese.
La prima si incontra subito dopo il portico d’ingresso che conduce a un ampio cortile con una fontana del 1600 con una palma sorretta da due leoni. Dopo lo scalone, al piano nobile si incontra la Cappella del palazzo, con grandi affreschi dedicata alla Vergine e un altare con al centro una meravigliosa Visitazione dei Bartolomeo Cavarozzi.
Nella parte sinistra del piano si susseguono 4 sale di rappresentanza: la sala della Madonna, la Regia, quella del Consiglio e quella dei Paesaggi.
La Sala Regia è la più importante e fastosa: decorata a fine 1500 illustra negli affreschi la (presunta) fondazione mitica di Viterbo e le glorie della città.
Per comprendere queste opere bisogna almeno conoscere la storia di Annio da Viterbo, inventore di una delle più grandi “fake news” (notizie false) della storia. Scrisse una raccolta in 17 volumi intitolata Antiquitatum variarum, quasi del tutto falsa, ma che ebbe un grandissimo successo. In quest’opera Annio affermava le origini mitiche di Viterbo, fondata da Noè.
E per confermare le sue idee, creò anche documenti e reperti archeologici falsi. Papa Sisto era un grande ammiratore di Annio, per questo gli affreschi della Sala Regia illustrano Noè che fonda Etursia, diventata poi Viterbo ma anche il territorio della Tuscia, l’elevazione di Viterbo a sede vescovile.
Nel soffitto a cassettoni 16 riquadri raccontano dei 36 castelli un tempo nell’orbita di Viterbo. Alcune curiosità emerse dopo la ristrutturazione degli anni 1999-2000: nel riquadro del soffitto che ritrae Castel Lonardo c’è una coppia di contadini che fa l’amore; sopra la porta della loggia c’è Michele Palelogo dipinto seminudo; da una finta porta un uomo con una fiaschetta di vino entra verso la sala.
Orari di apertura e costo del biglietto per Palazzo dei Priori
Orari di apertura: tutti i giorni.
Dal 1 aprile al 2 novembre: 10:00 – 19:00
Dal 3 novembre al 31 marzo:
da lunedì a venerdì: 10:00 – 13:00 / 15:00 – 18:00
sabato e domenica: 10:00 – 18:00
Costo del biglietto:
Biglietto intero: 8 €
Biglietto ridotto: 6 € (bambini 12-18 anni e accompagnatori disabili)
Santa Rosa, Santa Maria Nuova e San Silvestro
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La chiesa e il monastero di Santa Rosa sono il centro del culto per questa santa molto amata a Viterbo e provincia. La chiesa, rifatta nel 1850, dal 1258 ospita il corpo della santa. La struttura originale ospitava affreschi di Benozzo Gozzoli andati perduti e oggi sostituita da copie. Se passate da Viterbo il 3 settembre è imperdibile la “Macchina di Santa Rosa”, una processione in cui un baldacchino alto 30 metri con in cima la statua di Santa Rosa viene portato in giro per Viterbo da un centinaio di uomini detti “Facchini di Santa Rosa“.
La piccola Chiesa di San Silvestro, costruita prima dell’anno 1.000, merita una visita perché qui, nel 1271, Guido di Montfort uccise durante la messa il principe Enrico di Cornovaglia. L’episodio, ricordato da Dante nella Commedia, vendicava il brutale assassinio del padre da parte di re Enrico III d’Inghilterra durante la battaglia di Evesham.
La chiesa più bella è certamente quella di Santa Maria Nuova, al confine del quartiere medievale di San Pellegrino, lungo Via di San Lorenzo.
Santa Maria Nuova è una chiesa a cui i viterbesi sono molto legati perché per secoli qui sono state conservate le finanze comunali e si tenevano le adunanze del popolo.
Secondo il fantasioso Annio da Viterbo sarebbe stata fondata nel 380 dai discendenti di Ercole mentre molto probabilmente era un tempio dedicato a Giove, come dimostra la testa del Dio sulla facciata.
Nell’angolo sinistro, c’è il pulpito esagonale da cui predicò san Tommaso d’Aquino nel 1266. L’interno è a tre navate ricco di opere d’arte compreso un trittico con Cristo benedicente venerato da secoli dai viterbesi. Da non perdere il chiostro sepolto per secoli e riscoperto solo nel 1954!
Il Risveglio di Seward Johnson
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In via S. Giovanni Decollato a Viterbo, nel prato della Valle Faul nei pressi del parcheggio di Porta Faul, si trova una scultura unica nel suo genere. “Il Risveglio” (The awakening) di Seward Johnson è composta da due enormi arti, una mano, un piede e un grande volto di un gigante che sembrano fuoriuscire dal terreno.
Il titano realizzato in alluminio dà come l’impressione di essere rimasto intrappolato per molto tempo nelle viscere della terra e al suo risveglio sembra stia tentando di liberarsi dal sottosuolo per uscirne.
Forse il senso è quello di un richiamo ad un “risveglio” collettivo delle coscienze rispetto agli avvenimenti che ci circondano.
La scultura colpisce per l’impatto visivo e per il senso di imponenza e si presta per scattare qualche fotografia creativa.
La statua ha cambiato più volte collocazione, dall’America è stata installata in Italia a Siracusa, a Roma e successivamente a Viterbo. Seward Johnson la realizzò nel 1980 per l’International Sculpture Conference Exhibition ed è lo stesso autore della famosa statua “Embracing Peace” (Unconditional Surrender), che raffigura il bacio tra la crocerossina e il marinaio americano a Times Square alla fine della Seconda Guerra Mondiale, di recente tornata sul lungomare di Civitavecchia.
Dal centro storico di Viterbo è comodo arrivare al “Risveglio” di Seward Johnson tramite l’ascensore cittadino.
Il Parco dei Mostri di Bomarzo
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Per una gita fuori porta in Tuscia, ad un quarto d’ora d’auto dal centro di Viterbo si trova il Parco dei Mostri di Bomarzo conosciuto anche come Sacro Bosco di Bomarzo. È un’attrazione sui generis molto apprezzata dalle famiglie che si divertono a scovare le enormi sculture di pietra disseminate lungo il percorso nel bosco. Ai bambini certamente piacerà molto.
Le statue sono di diverse grandezze e tematiche, dalle più classiche alle più bizzarre: ci si imbatte in Nettuno, Proserpina, nella tartaruga e nel cavallo Pegaso, nel Mausoleo, il Tempio e in molte altre ma la statua più famosa, quella che è diventata il simbolo del parco di Bomarzo, è la gigantesca maschera con la bocca spalancata raffigurante la faccia di un orco.
Smartphone a portata di mano, il posto è perfetto per scattare tanti selfie.
Il Parco dei Mostri fu commissionato dal Principe Pier Francesco Orsini a metà del Cinquecento all’architetto Ligorio, per avere un posto dove distrarsi e risollevarsi dopo la morte della moglie Giulia Farnese.
Non sono previste visite guidate ma all’ingresso viene fornita una mappa con le indicazioni sul percorso consigliato per non perdersi neanche un’opera.
Mancano didascalie per approfondire anche solo brevemente i significati delle statue quindi divertitevi voi ad interpretarli. Il tour complessivamente dura circa un’ora e non sono ammessi i cani.
Se si ha in programma di mangiare all’interno del parco, per uno snack veloce nei pressi della biglietteria c’è un bar-paninoteca.
In alternativa si può pranzare, previa prenotazione, al ristorante “La Locanda del Mostro” oppure portare il pranzo a sacco e sistemarsi nell’area pic-nic. È presente anche un’area giochi per bambini.
Orari di apertura e costo del biglietto per il Parco di Bomarzo
Il parco è sempre aperto. Da Novembre a Febbraio dalle 9 alle 17; da Marzo a Settembre dalle 9 alle 19; Ottobre dalle 9 alle 18.
Ticket intero: 13 euro; Ridotto (dai 4 ai 13 anni): 8 euro; Gratuito per bambini fino ai 4 anni.
Come arrivare
In auto: Autostrada A1, uscire ad Attigliano e proseguire per Bomarzo.
In treno: La stazione più vicina è Orte Scalo, da qui proseguire in pullman.
Villa Lante e Bagnaia
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Vale davvero la pena spostarsi 5 km fuori dal centro di Viterbo per visitare Villa Lante, una delle più belle ville del mondo. Giardini, giochi d’acqua, fontana, cascate, statue, scale, casini da caccia con affreschi, tutto in uno scenario straordinariamente armonioso.
La costruzione cominciò nel 1511 su commissione del cardinale Gianfrancesco Gambara che diede l’incarico a Jacopo Barozzi, detto il Vignola, lo stesso architetto di Villa Farnese nella vicina Caprarola.
Le due costruzioni più rilevanti della villa sono le due palazzine gemelle anche se costruite con 30 anni di differenza. La prima, la Gambara, porta i simboli del cardinale che volle Villa Lante mentre la seconda, la Montalto, quella del cardinale omonimo.
L’altro grande artefice della villa fu Tommaso Ghinucci da Siena, architetto ed ingegnere idraulico che, dopo aver finito Villa d’Este a Tivoli si dedicò a Villa Lante per circa 10 anni. Tutto quello che ruota intorno all’acqua, a Villa Lante, è merito suo.
Il nome di Villa Lante sarà attribuito nel XVII secolo quando divenne proprietà di Ippolito Lante Montefeltro della Rovere. Se avete tempo dedicate qualche ora al piccolo ma incantevole borgo di Bagnaia.
Orari di apertura e costo del biglietto
Indirizzo: Via Jacopo Barozzi, 71, località Bagnaia.
Orari di apertura: inverno, 8,30-16,30. Primavera ed estate, fino alle 19.30. Chiusa: lunedì, 1 gennaio, 25 dicembre salvo aperture straordinarie.
Costo del biglietto: 5 €
Le Terme dei Papi
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Viterbo è da sempre zona ricca di acque termali, libere e a pagamento. Le più famose terme libere sono quelle del Bullicame, a 2,5 km dal centro.
Dal Medioevo papi e popolo hanno approfittato delle caratteristiche curative di queste acque sulfuree, citate anche nella Commedia di Dante come ricorda una lapide all’ingresso.
Sono formate da due piscine libere, anche se completamente prive di servizi. Sempre a 2,5 km ci sono le Piscine Carletti mentre in direzione località Castiglione (8,5 km) le terme Bagnaccio con ingresso libero ma servizi a pagamento gestiti da un’associazione.
Ovviamente ci sono anche complessi termali a pagamento, il più famoso dei quali sono le Terme dei Papi, una Spa 4 stelle con piscina, servizi e una suggestiva grotta terapeutica caldo-umida. L’altra grande struttura sono le Terme Salus, 4 stelle con piscina termale e Spa nella zona delle sorgenti del Bullicame.
Cosa mangiare a Viterbo
10Verso la fine del Lazio, già quasi Toscana e anche un po’ umbria, la cucina di Viterbo e della provincia unisce i sapori di queste 3 grandi culture gastronomiche, come si scopre già dai nomi dei piatti. Partiamo dai primi: lombrichelli (o umbrichelli), pasta fresca di sole acqua e farina cucinata “piccante”, con il cinghiale, la salsiccia o all’amatriciana.
L’acquacotta alla maremmana tradisce la sua origine toscana: pane raffermo, pomodoro, patate, erbe selvatiche colte nei campi, era il piatto povero dei guardiani delle mandrie della Maremma laziale e toscana.
Se si è fortunati si trova nel menu il Fieno Canepinese, pasta fresca simile alle tagliatelle condita con sugo di pollo. In autunno e durante le sagre non manca la pasta con la farina di castagne e le relative zuppe.
Molti dimenticano che la Tuscia viterbese è anche zona ricca d’acqua e dai laghi di Bolsena e Vico arrivano i pesci (luccio, tinca, coregone anguilla) per un’eccezionale zuppa (Sbrescia). Tra i secondi abbonda la carne, soprattutto di lepre, cinghiale e animali da cortile, usata anche per condire i primi.
Il secondo più famoso è la Pignataccia, uno stufato cotto al forno in un tegame di coccio con carne e interiora di bovino e suino. Siamo vicino a Roma, quindi anche qui le interiora, i ritagli, la trippa e i pezzi meno “nobili” trovano ampio spazio e valorizzazione sulle tavole.
Tra i dolci ricordiamo le fregnacce (frittelloni), le ciambelle all’anice, il Pangiallo, tozzetti e frittelle di riso. Tra i vini spicca l’Est Est Est di Montefiascone, anche per la leggenda che da sempre lo accompagna e gli altri DOC come l’Aleatico di Gradoli, il Colli Etruschi, il Tarquinia e il Cerveteri.
I dintorni di Viterbo
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La Tuscia è una regione che non ha nulla da invidiare alle più famose zone collinari di Toscana e Umbria, ma è un po’ meno famosa di queste zone.
Borghi, cittadine, colline, vigneti e laghi si susseguono in questo paesaggio rimasto quasi intatto e autenticamente italiano. Oltre a Viterbo, nella zona ci sono alcuni itinerari da non perdere che distano non meno di un’ora di auto: Marta, sul Lago di Bolsena, la meravigliosa Civita di Bagnoregio, Caprarola e Ronciglione. Passando il “confine” umbro si raggiunge Orvieto in Umbria mentre andando un po’ più in alto c’è la Toscana, con Pitigliano.
Hotel a Viterbo
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